Rispetto al suo percorso, dal Brasile alla Germania e poi in Italia cosa c’è di diverso?
«C’è molta differenza di intensità e di tattica. A Udine sono cresciuto molto tatticamente e nel leggere le partite. Sicuramente corro molto di più rispetto al passato. Ritornando all’Udinese, è stata la stagione di qualche conferma e di qualche piacevole novità».
Chi si è distinto in queste due categorie?
«Per le conferme penso in particolare a capitan Pereyra. Si allena sempre fortissimo e ha una voglia incredibile di giocare. Ci fa imparare tanto. Rispetto ai nuovi, Bijol e Lovric hanno fatto vedere le loro potenzialità, ma hanno ancora importanti margini di miglioramento».
A proposito di potenzialità, si parla molto bene di Pafundi. Qualche consiglio per lui e in generale ai ragazzi che stanno facendo i primi passi della loro carriera?
«Simone ha 16 anni e una lunga strada da fare, sarà un grande giocatore. Si vede che può fare la differenza ma bisogna dargli tempo e farlo lavorare tranquillamente in un ambiente, quello di Udine, molto organizzato che può dare tutto quello di cui c’è bisogno. Come tutti i giovanissimi è importante che ascolti le indicazioni del mister e impari il più possibile dai giocatori con più esperienza».
Un po’ come ha fatto Walace fin da bambino?
«Sì, anche se all’inizio è stata dura. Mi è piaciuto il calcio fin da piccolo, una passione molto comune in Brasile. Non sapevo dovei sarei arrivato, ma muovendo i primi passi nel mondo del calcio ho fatto di tutto per fare un percorso importante in questo settore».
Dietro all’aggressività in campo, che tipo di ragazzo si nasconde?
«Sono molto tranquillo, vivo in una città in cui sto bene con mia moglie e i nostri 4 figli a cui dedico molto tempo. Nella stagione migliore della carriera c’è stato però un autunno difficile, prima della pausa per il Mondiale, con un incidente automobilistico, la perdita di una persona cara e i ladri in casa, nel giro di poche settimane».
Come ha superato questo momento?
«È stato un periodo molto difficile perché è accaduto tutto in tempi ravvicinati. Non avevo la mia famiglia vicino in quel periodo e ho pensato di ritornare in Brasile. Ma ho messo la testa sul campionato e sono contento di essere rimasto qui a dare una mano alla squadra».
Tutto dimenticato con una stagione da protagonista quindi?
«Mi piace essere importante per questo club e prendermi le mie responsabilità cercando di fare il meglio in partita e allenamento. Mi trovo bene con società, compagni e mister. Sono contento».
E lo sono anche i tifosi friulani visto il rinnovo del contratto fatto diversi mesi fa, con un accordo fino al 2026, che permette di avere tranquillità sul futuro di un giocatore divenuto fondamentale per il tecnico Sottil dopo un’ipotesi di cessione nell’estate scorsa.