Gastaldello, Brescia andata e ritorno: ora la panchina, ma l'inizio è in salita

Prima calciatore e adesso allenatore dei biancazzurri, appena arrivato però subito la contestazione dei tifosi (foto Brescia Calcio BSFC)
Gastaldello, Brescia andata e ritorno: ora la panchina, ma l'inizio è in salita

Il Brescia cambia ancora una volta allenatore. Il presidente Massimo Cellino sceglie il quarto allenatore della stagione: si tratta di Daniele Gastaldello. Inizio del campionato con Clotet, fino alla diciottesima giornata, poi Aglietti per due partite, il ritorno di Clotet per altre tre gare, la decisione di chiamare Possanzini, ma anche lui dopo appena due match viene esonerato e sostituito, appunto, da Gastaldello. Al suo arrivo, però, quest'ultimo ha trovato un'accoglienza tutt'altro che calorosa.

Gastaldello calciatore

Prima di diventare allenatore, Gastaldello è stato calciatore con diverse ottime annate in Serie A. Tra i grandi ci arriva col Padova, ma subito tra le mani gli capita l'occasione Juventus, che lo acquista per farlo crescere nella propria Primavera. Con l'Under 19 bianconera, all'epoca guidata da Gian Piero Gasperini, vincerà il Torneo di Viareggio. Non riuscirà però mai a debuttare con la maglia della prima squadra: dopo appena un anno passa in comproprietà al Chievo, non facendo più ritorno in bianconero. A Verona va solo di passaggio, andando subito in prestito in C1 al Crotone, ritrovando Gasperini e dove conquista da protagonista la promozione in Serie B. Anche in cadetteria la fa da padrone, convincendo il Siena ad acquistare metà del suo cartellino, precisamente quella del Chievo. Nell'agosto del 2005 il debutto in Serie A: entra durante Siena-Cagliari, terminata 2-1, al posto di Francesco Cozza. Al termine della stagione, il 7 maggio 2006, arriva anche il primo gol nella massima serie, e non in uno stadio qualunque: timbra il gol dell'1-1 a San Siro contro l'Inter. L'anno dopo si conferma a Siena, ma è in quello successivo, passando alla Sampdoria, dove inizia la sua vera ascesa. Con i blucerchiati resterà dal 2007 al 2015, sempre come pedina inamovibile, e togliendosi tante soddisfazioni: il debutto in Europa con la Coppa Uefa, la qualificazione ai preliminari di Champions League e l'esordio nella competizione europea maggiore. Una parentesi fatta di bassi e alti: la retrocessione della Samp nel 2011 e il lungo infortunio, seguiti però dalla risalita in Serie A e dalla fascia di capitano. Chiuderà la vita da calciatore con le esperienze ancora con il Siena, dove centrerà una promozione in A, e con il Brescia. Una carriera che lo ha visto anche, nel 2011, debuttare con la maglia dell'Italia.

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Allenatore a Brescia, subito contestato

Appesi gli scarpini al chiodo, Gastaldello decide di intraprendere il percorso da allenatore. E per farlo resterà proprio a Brescia, dove nel 2020 diventa collaboratore di Luigi Delneri. Ricopre quel ruolo anche quando sulla panchina biancazzurra arriva Diego Lopez, sostituendolo addirittura il 7 dicembre dello stesso anno e diventando allenatore ad interim: nella gara con la Cremonese ottiene un 2-2. Il 10 dicembre l'allenatore delle rondinelle diventa Davide Dionigi, e Gastaldello torna a ricoprire il ruolo di collaboratore tecnico. Dal biancazzurro del Brescia all'azzurro della Nazionale: nel 2021 entra a far parte dello staff di Paolo Nicolato nell'Under 21, ottenendo nello stesso anno anche la qualifica Uefa A a Coverciano. Il richiamo del Brescia però è troppo forte, e nel 2022 torna all'ombra del Rigamonti per ricoprire il ruolo di vice con mister Clotet in entrambe le sue parentesi nella stagione in corso. In mezzo, anche l'ammissione al corso per il Patentino Uefa Pro. Viene successivamente contattato, ancora una volta, dal Brescia, ma stavolta per ricoprire il ruolo di primo allenatore. Una soddisfazione grande, per l'esperienza da primo allenatore, per di più in una piazza in cui ha finito da calciatore e in cui ha iniziato il suo percorso da guida tecnica. Nonostante questo, però, le cose non sono iniziate al meglio: la piazza ha mal digerito l'ennesimo avvicendamento in panchina, con Possanzini esonerato in seguito al k.o. col Benevento ma dopo appena due partite. E lo striscione con cui i tifosi hanno "accolto" il neo tecnico non è stato dei migliori: "Gastaldello sei un uomo senza dignità. Vattene!". Un inizio in salita, ma con tanta voglia di fare: che la prima esperienza da allenatore di Gastaldello abbia inizio. 

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Il Brescia cambia ancora una volta allenatore. Il presidente Massimo Cellino sceglie il quarto allenatore della stagione: si tratta di Daniele Gastaldello. Inizio del campionato con Clotet, fino alla diciottesima giornata, poi Aglietti per due partite, il ritorno di Clotet per altre tre gare, la decisione di chiamare Possanzini, ma anche lui dopo appena due match viene esonerato e sostituito, appunto, da Gastaldello. Al suo arrivo, però, quest'ultimo ha trovato un'accoglienza tutt'altro che calorosa.

Gastaldello calciatore

Prima di diventare allenatore, Gastaldello è stato calciatore con diverse ottime annate in Serie A. Tra i grandi ci arriva col Padova, ma subito tra le mani gli capita l'occasione Juventus, che lo acquista per farlo crescere nella propria Primavera. Con l'Under 19 bianconera, all'epoca guidata da Gian Piero Gasperini, vincerà il Torneo di Viareggio. Non riuscirà però mai a debuttare con la maglia della prima squadra: dopo appena un anno passa in comproprietà al Chievo, non facendo più ritorno in bianconero. A Verona va solo di passaggio, andando subito in prestito in C1 al Crotone, ritrovando Gasperini e dove conquista da protagonista la promozione in Serie B. Anche in cadetteria la fa da padrone, convincendo il Siena ad acquistare metà del suo cartellino, precisamente quella del Chievo. Nell'agosto del 2005 il debutto in Serie A: entra durante Siena-Cagliari, terminata 2-1, al posto di Francesco Cozza. Al termine della stagione, il 7 maggio 2006, arriva anche il primo gol nella massima serie, e non in uno stadio qualunque: timbra il gol dell'1-1 a San Siro contro l'Inter. L'anno dopo si conferma a Siena, ma è in quello successivo, passando alla Sampdoria, dove inizia la sua vera ascesa. Con i blucerchiati resterà dal 2007 al 2015, sempre come pedina inamovibile, e togliendosi tante soddisfazioni: il debutto in Europa con la Coppa Uefa, la qualificazione ai preliminari di Champions League e l'esordio nella competizione europea maggiore. Una parentesi fatta di bassi e alti: la retrocessione della Samp nel 2011 e il lungo infortunio, seguiti però dalla risalita in Serie A e dalla fascia di capitano. Chiuderà la vita da calciatore con le esperienze ancora con il Siena, dove centrerà una promozione in A, e con il Brescia. Una carriera che lo ha visto anche, nel 2011, debuttare con la maglia dell'Italia.

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