Ferrari, perché è necessario un finale più spumeggiante

Non c'è niente di peggio che affrontare la sosta invernale con il peso della delusione da smaltire
Ferrari, perché è necessario un finale più spumeggiante

TORINO - La partita mondiale è chiusa (pure da tempo) e tuttavia la Ferrari ha la assoluta necessità di ritrovare slancio per le ultime due gare della stagione. Le ragioni sono diverse. In primo luogo perché finire la stagione su livelli di rendimento simili a quelli di Città del Messico sarebbe un pessimo viatico verso il 2023, perché non c’è niente di peggio che trascorrere i mesi invernali (mesi di lavoro e di grande sforzo nelle sedi della scuderie) con il peso di una delusione da smaltire. In secondo luogo perché, dopo aver conteso il Mondiale alla Red Bull per tutta la prima parte della stagione, sarebbe un’autentica beffa farsi superare in extremis dalla Mercedes, che nel campionato costruttori si è riavvicinata. Vero, questa classifica (e per di più la volata per il secondo posto) interessa solo alle squadre e quasi zero ai tifosi, ma perdere anche su questo fronte sarebbe un’occasione in più di scoramento.

Ferrari si cambia: gomme e motore

Si tratta dunque di capire come invertire una tendenza negativa. Da Singapore in avanti, la Ferrari aveva dato segno di ripresa, ma già ad Austin - sia pure con l’attenuante di aver avuto un’auto fuori gara nelle prime fasi - si erano intravisti segnali negativi. Come rialzare la testa in Brasile e nella gara finale di Abu Dhabi? Binotto suggerisce una reazione come quella vista dopo Spa. Possibile, a patto però che si venga a capo anche delle questioni meramente tecniche: il rendimento del motore (in crisi nera a Città del Messico) e la capacità (ampiamente venuta meno negli ultimi mesi) di usare bene le gomme. Finire la stagione senza arrendersi si può e si deve. Ma serve un sussulto di volontà e un’iniezione di energia, soprattutto mentale.

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