Retroscena Verstappen, cosa non è andato: Red Bull delusa e senza più strapotere

Il campione del mondo subisce il sorpasso di Sainz e si ritira dopo 4 giri: erano due anni che non succedeva

Quattro giri di pista a Melbourne per ritornare indietro di due anni. Ieri Re Max ha dovuto alzare bandiera bianca dopo soli quattro giri, lasciando strada ai suoi avversari. L’ultima volta era accaduta due anni fa, sempre a Melbourne, poi una lunga striscia con 35 vittorie e due titoli mondiali. Al 2º giro il campione del mondo ha subito il sorpasso da parte di Carlos Sainz jr. Verstappen si è lamentato del comportamento della sua monoposto con i box, poco dopo si è rifatto vivo per dire che le cose non funzionavano. Dalla Red Bull RB20 ha cominciato a uscire del fumo. Il posteriore destro si è surriscaldato fino a prendere fuoco. «Mi sembrava di guidare con il freno a mano inserito» ha spiegato il campione del mondo dopo il ritiro.

Ad andare a fuoco sono stati i tre cestelli che coprono pinza e disco. Nell’architettura Red Bull questi cestelli sono spinti all’estremo, completamente chiusi e con una fisionomia dall’effetto aerodinamico. I componenti del sistema sono forniti da Brembo, ma non sono state riscontrate anomalie né malfunzionamenti dei componenti. Il freno posteriore è rimasto azionato e ciò ha causato un innalzamento della temperatura: «Era sempre attivo il freno anteriore destro. Questo è uno sport dove la meccanica conta, sappiamo che può succedere» - ha dichiarato Verstappen ritiratosi dopo 43 gare sempre a punti. Gli accertamenti condotti dal team hanno poi chiarito che a causare i problemi è stato un cedimento sulla linea idraulica dell’impianto posteriore, che avrebbe provocato il bloccaggio dei pistoncini della pinza.

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Le parole di Horner

Il clima in casa Red Bull si coglie nella delusione del Team Principal Christian Horner: «C’è stato un problema: la pinza ha bloccato il disco fin dall’inizio della gara e, quindi, si è accumulato del calore. Prima il sorpasso, poi abbiamo iniziato a vedere il fumo e, quindi, il fuoco. Così è frustrante: è il primo ritiro dall’Australia di due anni fa. Non raccogliamo punti mentre stavamo lottando in testa al gruppo». Per Red Bull però non è stato un weekend rilassato. Nella prima sessione di prove libere Verstappen ha rovinato il fondo e ha dovuto rimandare la long run al sabato. Così gli ingegneri della Casa di Milton Keynes si sono trovati a rincorre e hanno avuto meno tempo per trovare soluzioni vincenti, come era avvenuto su altri circuiti. A riprova delle difficoltà della Red Bull c’è stata la gara di Sergio Perez, che ha chiuso al quinto posto con quasi un minuto di distacco dalla Ferrari di Carlos Sainz. Complice anche le qualifiche e il fatto di essere stato retrocesso per impeding nella grglia, il messicano ha avuto una prima parte di gara non brillante, chiuso nel traffico. Poi ha rimontato, ma non abbastanza da tornare i gioco.

Le dichiarazioni di Verstappen

A fare il bilancio del GP è ancora una volta Verstappen: «Sapevamo che un giorno come questo sarebbe potuto arrivare prima o poi, quindi dobbiamo essere orgogliosi di aver fatto una bella corsa per nove gare di fila e di poter tornare più forti a Suzuka». La RB20 resta la vettura da battere, ma lo strapotere dei due anni passati non è più tale. Inoltre le tensioni di questo inverno stanno condizionando il lavoro in azienda. Però la Red Bull haun grande margine su alcuni circuiti non recuperabile. E Suzuka è uno di quello con il circoletto verde.

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Quattro giri di pista a Melbourne per ritornare indietro di due anni. Ieri Re Max ha dovuto alzare bandiera bianca dopo soli quattro giri, lasciando strada ai suoi avversari. L’ultima volta era accaduta due anni fa, sempre a Melbourne, poi una lunga striscia con 35 vittorie e due titoli mondiali. Al 2º giro il campione del mondo ha subito il sorpasso da parte di Carlos Sainz jr. Verstappen si è lamentato del comportamento della sua monoposto con i box, poco dopo si è rifatto vivo per dire che le cose non funzionavano. Dalla Red Bull RB20 ha cominciato a uscire del fumo. Il posteriore destro si è surriscaldato fino a prendere fuoco. «Mi sembrava di guidare con il freno a mano inserito» ha spiegato il campione del mondo dopo il ritiro.

Ad andare a fuoco sono stati i tre cestelli che coprono pinza e disco. Nell’architettura Red Bull questi cestelli sono spinti all’estremo, completamente chiusi e con una fisionomia dall’effetto aerodinamico. I componenti del sistema sono forniti da Brembo, ma non sono state riscontrate anomalie né malfunzionamenti dei componenti. Il freno posteriore è rimasto azionato e ciò ha causato un innalzamento della temperatura: «Era sempre attivo il freno anteriore destro. Questo è uno sport dove la meccanica conta, sappiamo che può succedere» - ha dichiarato Verstappen ritiratosi dopo 43 gare sempre a punti. Gli accertamenti condotti dal team hanno poi chiarito che a causare i problemi è stato un cedimento sulla linea idraulica dell’impianto posteriore, che avrebbe provocato il bloccaggio dei pistoncini della pinza.

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