Ferrari SF-24: non è un clone della Red Bull. Dove è cambiata la nuova Rossa

Guidabilità è la parola chiave della monoposto presentata ieri: non è una rivoluzione rispetto al passato. E Vasseur blinda il futuro per pensare al presente

Non l’hanno fatta strana, affatto. Diciamolo, l’aggressività tanto invocata da Frederic Vasseur sulla SF-24 non si nota. Non apparentemente. Sembra concentrata sotto il vestito, rosso ma più chiaro con baffi bianchi e gialli per sottolineare che la Ferrari non è solo Formula 1, tanto più dopo il (ri)debutto storico e vincente nella Le Mans. Baffi che compaiono anche sopra le bocche sorridenti di Charles Leclerc (pienamente) e Carlos Sainz (un po’ più forzatamente), segno di unione. Voluto. Perché l’aggressività, appunto, si respira soprattutto dietro le mura di Maranello, con la continua opera di reclutamento di tecnici ma soprattutto la clamorosa mossa di mercato anticipata, l’ingaggio di Lewis Hamilton dal 2025 che ha cambiato i connotati del Circus, non solo di una presentazione per pochi intimi (guidati dal presidente Elkann e dall’ad Vigna che hanno assistito anche ai primissimi giri a Fiorano) e molto virtuale.

Come il lavoro svolto finora al simulatore che strappa commenti e pareri improntati all’ottimismo. E visti i precedenti (ormai plurimi e di anni; sì, anni) di sostanza. No certo scontati. Aggressività, la filosofia di Frederic Vasseur che glissa sul fatto che sia la sua prima vera Ferrari («qui lavorano mille persone, questa è la macchina del gruppo»), che si scontra con le scelte effettuate dai progettisti-aerodinamici guidati dal direttore tecnico Enrico Cardile, coadiuvati sul fronte power unit da una cura dimagrante (un chilo risparmiato nella parte ibrida da Enrico Gualtieri). Se estreme e ardite sono apparse quelle dell’Aston Martin, mentre altri hanno scelto di clonare la Red Bull, in Ferrari ha scelto di restare fedeli a sé stessi, conservando il dna di una SF-23 che pure non è nata bene. Affatto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

SF-24: razionale e pulita. La parola chiave è guidabilità

Nessuna inversione a “U”, tanto meno un copia e incolla del gioiello di Adrian Newey che per altro ieri mattina, in barba al caso Horner (presente) e al varo della Ferrari, ha effettuato a Silvestione il filming day (la Ferrari lo farà oggi) della RB20, che invece appare più che uno sviluppo della RB19. Razionale e pulita sono i termini più associati alla SF-24. A Maranello la parola chiave è guidabilità, rende l’auto più facile e prevedibile, meno influenzabile dai layout delle piste e ancora più dalle condizioni meteo (vento e temperatura). Il telaio (più lungo ma con un naso più corto) è stato rifatto, spostando indietro ingombri e pesi per fare spazio all’aria da confl uire sul fondo, ma le pance non sono completamente Red Bull: conservano un canyon che dimostra quanto in Ferrari credano ancora nel “by pass duct”.

Ancora più è antitetica alla scelta di Milton Keynes la conferma (unico team) della sospensione posteriore pull-rod (a tirante). Funzionerà? «Lo scopriremo molto presto» sorride Vasseur riferendosi ai test della prossima settimana in Bahrain, dove il Mondiale scatterà sabato 2 marzo. Le prime impressioni dei piloti, al simulatore ma anche con i pochissimi (5) giri di istallazione effettuati ieri, sono positive. «Sì, sembra che abbiamo risolto i nostri problemi, ora dobbiamo vedere se c’è anche la prestazione, ma la strada giusta l’abbiamo intrapresa da mesi» afferma il team principal che mette in chiaro due concetti. Il primo: «Non sarà un anno di transizione». Vuole vincere subito la Ferrari. Parola Mondiale vietata dal manager («mi accontenterò di vincere più di una gara o puntiamo al campionato? Se vinci più gare significa migliorare la classifica»), ma ancor più parlare di Hamilton e del futuro. «Abbiamo fatto un annuncio così anticipato proprio per non avere distrazioni e concentrarci soltanto su questa stagione». Il secondo concetto è che la battaglia alla Red Bull sarà dura: «Non faccio commenti su Horner né voglio approfi ttare della situazione, anche perché tecnici li abbiamo già reclutati e continueremo a farlo indipendentemente da quello che succede agli avversari». Eccola l’aggressività.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Non l’hanno fatta strana, affatto. Diciamolo, l’aggressività tanto invocata da Frederic Vasseur sulla SF-24 non si nota. Non apparentemente. Sembra concentrata sotto il vestito, rosso ma più chiaro con baffi bianchi e gialli per sottolineare che la Ferrari non è solo Formula 1, tanto più dopo il (ri)debutto storico e vincente nella Le Mans. Baffi che compaiono anche sopra le bocche sorridenti di Charles Leclerc (pienamente) e Carlos Sainz (un po’ più forzatamente), segno di unione. Voluto. Perché l’aggressività, appunto, si respira soprattutto dietro le mura di Maranello, con la continua opera di reclutamento di tecnici ma soprattutto la clamorosa mossa di mercato anticipata, l’ingaggio di Lewis Hamilton dal 2025 che ha cambiato i connotati del Circus, non solo di una presentazione per pochi intimi (guidati dal presidente Elkann e dall’ad Vigna che hanno assistito anche ai primissimi giri a Fiorano) e molto virtuale.

Come il lavoro svolto finora al simulatore che strappa commenti e pareri improntati all’ottimismo. E visti i precedenti (ormai plurimi e di anni; sì, anni) di sostanza. No certo scontati. Aggressività, la filosofia di Frederic Vasseur che glissa sul fatto che sia la sua prima vera Ferrari («qui lavorano mille persone, questa è la macchina del gruppo»), che si scontra con le scelte effettuate dai progettisti-aerodinamici guidati dal direttore tecnico Enrico Cardile, coadiuvati sul fronte power unit da una cura dimagrante (un chilo risparmiato nella parte ibrida da Enrico Gualtieri). Se estreme e ardite sono apparse quelle dell’Aston Martin, mentre altri hanno scelto di clonare la Red Bull, in Ferrari ha scelto di restare fedeli a sé stessi, conservando il dna di una SF-23 che pure non è nata bene. Affatto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Ferrari SF-24: non è un clone della Red Bull. Dove è cambiata la nuova Rossa
2
SF-24: razionale e pulita. La parola chiave è guidabilità