Le parole di Dall'Igna
"Pecco ha dimostrato di essere un campione dopo la batosta della Sprint, perché di batosta s’è trattato" sentenzia Gigi Dall’Igna, l’artefice del dominio rosso. "Meritavamo tanto questa vittoria e ne sono orgoglioso - conferma il torinese -. Avevo bisogno di questo risultato dopo un periodo difficile. Dà molta motivazione. Non solo a me, anche alla mia squadra". Che sembrava perduta, abbattuta, travolta. Invece ieri mattina nel warm up è arrivata la mossa vincente sistemando l’elettronica che rendeva nervosa la GP23. Ma poi a fare la differenza in pista è stato lui. Con un trionfo d’altri tempi. Era dal 2006 (Marco Melandri in Turchia, scattando 14°) che nessuno vinceva in top class partendo dopo la quarta fila. Ma riuscirci nella MotoGP di oggi, dove la posizione in griglia è sempre più fondamentale, come in Formula 1, fa fare a Bagnaia un altro passo verso l’olimpo dei grandissimi. A Mandalika, in una MotoGP dove proprio i sorpassi sono una rarità e quasi proibiti, Pecco ne ha infilati due cattivissimi al primo giro (il punto debole delle sue ultime gare: mandare in temperatura le gomme) su Marc Marquez e Aleix Espargaro, quindi su Quartararo e quello decisivo, con coraggio, su Viñales al 20° giro, 7 dopo la caduta di Martin, che in quel momento era primo e aveva portato a 16 i punti di vantaggio virtuale sul torinese.
Sì, perché il torello della Pramac che s’è messo in testa di usurpare il trono di Pecco I, l’italiano che ha riportato nel Bel Paese il Mondiale di MotoGP su una moto italiana cinquant’anni dopo Giacomo Agostini sulla MV Agusta, stavolta ha osato troppo e pagato dazio sulle strada della gloria. Che è ancora lontana. Cinque weekeend di gara in sei settimane verso Valencia. Ma è una strada di nuovo lastricata di godimento rosso. Rosso Bagnaia.