Come vivrà la MotoGP non più dal box?
«Con una strana sensazione. Dopo due anni incredibili di vittorie lascio un pezzo del mio cuore lì, ma Mauro (Grassini, ndr) che mi sostituisce come direttore sportivo è la persona giusta. Sicuramente guarderò le gare».
Come andrà a finire il Mondiale che si apre con i test in Malesia?
«Non lo so, ma sicuramente sarà molto combattuto. Mi aspetto passi avanti da Ktm e Aprilia, ma anche di Yamaha e Honda grazie alla concessioni. In particolare penso che l’ingegner Bartolini che Yamaha ha preso da noi sarà indirizzarla sulla giusta strada. Come Zarco e Marini porteranno l’esperienza Ducati alla Honda».
Bagnaia resta il più forte?
«Sì. L’ha dimostrato anche lo scorso anno. La gente dimentica quello che è successo a Barcellona, quell’incidente spaventoso che gli ha lasciato una ferita profonda sulla gamba e qualcosa che l’ha limitato anche psicologicamente nel momento più importate del campionato, con tante gare ravvicinate. Pecco ci ha messo un po’ a tornare al 100% e s’è trovato un Martin spettacolare. Eppure s’è difeso senza perdere mai il focus, portando il Mondiale all’ultima gara e vincerlo, dimostra che Pecco sia il più forte a livello di talento ma anche mentale. Poi è chiaro che affronta piloti fortissimi».
A partire da Marc Marquez sulla Ducati... (sorride)
«Uno di questi, sì. Marc vuole tornare a divertirsi in moto e per lui divertirsi significa vincere, quindi sarà un campionato molto intenso. E non credo che sarà un monomarca Ducati, anche se la Ducati ha i piloti migliori».