BMW M5, al semaforo "dà la paga" alla Ferrari Portofino

L'ammiraglia ad alte prestazioni di Monaco di Baviera, ha 600 CV come la sportiva Ferrari, ma grazie alla trazione integrale è più rapida di un decimo nello scatto da 0 a 100 km/h
BMW M5, al semaforo "dà la paga" alla Ferrari Portofino

FRANCOFORTE - Al Salone di Francoforte, nell’immenso stand BMW tra prototipi elettrici e a guida autonoma, c’era anche lei, l’auto che ha inventato il concetto di ammiraglia ad alte prestazioni. Stiamo parlando, ovviamente, della BMW M5 che dal 1984 popola si ogni degli appassionati d’auto grandi e piccini. Se allora bastavano 286 CV per fare scalpore, oggi questa è la potenza minima per presentare una compatta sportiva 2 litri. Così, in un’epoca in cui è sempre più difficile fare la differenza solo con i numeri, gli ingegneri di Monaco di Baviera hanno pensato a qualcosa di diverso per caratterizzare la sesta generazione della M5.

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Se i 600 CV e i 750 Nm di coppia del 4.4 V8 bi-turbo non stupiscono più di tanto, la trazione integrale di questa BMW è destinata a tracciare un solco. Sia perché è la prima volta che i bavaresi decidono di avere le quattro ruote motrici sulla loro berlina più potente, sia perché l’asse anteriore è completamente disinseribile, per assaporare il puro piacere della guida sportiva. Ma c’è di più. Per scaricare tutta la coppia sulle ruote posteriori si deve accettare anche di spegnere completamente il DS C. Per la serie “Hai voluto la bicicletta? E ora pedala, ma stai attento”.

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In BMW, infatti, hanno scelto un approccio molto coerente, sfruttando al massimo le possibilità dei differenziali attivi, sia il centrale che il posteriore e dell’elettronica. Ci sono cinque modalità di utilizzo della M5 che vanno dalla più tranquilla con trazione integrale e DSC vigile, fino alla più estrema con la trazione posteriore e il DSC a prendere un caffè. Attualmente, è l’unica auto del suo genere a offrire questo tipo di possibilità. Parlando di pure prestazioni, invece, la nuova M5 accelera da 0 a 100 km/h in 3,4 secondi e ce ne mette solo 11,1 per arrivare a 200 km/h grazie anche al cambio automatico a 8 rapporti (con paddle solidali allo sterzo) che snocciola le marce come fucilate.

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La velocità massima è limitata a 250 km/h ma con l’immancabile M Driver’s Package può arrivare a 305 km/h. L’assetto è stato messo a punto in pista, in particolare tra i cordoli del Nurburgring e le sospensioni elettroniche hanno tre diverse regolazioni. Per i freni ci sono due opzioni, l’impianto tradizionale in acciaio e quello con dischi carbo-ceramici che sono sicuramente consigliati a chi ha intenzione di sfruttare in pista una vettura che in ordine di marcia sfiorerà le due tonnellate. Altre peculiarità della nuova M5 sono il cofano in alluminio e il tetto in CFRP, cioè una lega polimerica rinforzata con fibra di carbonio, che contribuiscono a ridurre il peso.

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Il design, come da tradizione, è più elegante che aggressivo ma il paraurti anteriore con le gigantesche prese d’aria non lascia spazio a dubbi e intimidisce la maggior parte dei guidatori che se lo troveranno nello specchietto. Allo stesso modo anche come il posteriore con i doppi scarichi gemellati e il diffusore aerodinamico hanno il loro bell’impatto scenografico. I cerchi in lega, infine, sono da 19 o 20 pollici. Capitolo prezzi: quello indicativo parte da 117.900 euro, con gli ordini in apertura a settembre e le prime consegne previste a marzo, ma per 19.500 euro in più c’è anche la First Edition. Le abbiamo viste entrambe al Salone di Francoforte.

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FRANCOFORTE - Al Salone di Francoforte, nell’immenso stand BMW tra prototipi elettrici e a guida autonoma, c’era anche lei, l’auto che ha inventato il concetto di ammiraglia ad alte prestazioni. Stiamo parlando, ovviamente, della BMW M5 che dal 1984 popola si ogni degli appassionati d’auto grandi e piccini. Se allora bastavano 286 CV per fare scalpore, oggi questa è la potenza minima per presentare una compatta sportiva 2 litri. Così, in un’epoca in cui è sempre più difficile fare la differenza solo con i numeri, gli ingegneri di Monaco di Baviera hanno pensato a qualcosa di diverso per caratterizzare la sesta generazione della M5.

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