Sinner, un folle da amare: ha fatto urlare l'Italia fino alle 4 di notte

La sua vittora epica su Alcaraz nella semifinale di Miami ripropone un campione che sta migliorando, aggiungendo sempre qualcosa al suo gioco. Con Medvedev un conto in sospeso
Ansa

TORINO  - Jannik Sinner l’ha battuto. L’ha sfidato sul suo terreno a mille all’ora. L’ha sfiancato. L’ha rimandato all’angolo quando era in difficoltà sino a sfinirlo. Tutti in piedi ad applaudire Jannik, capace di superare Carlos Alcaraz - facendogli perdere il numero 1 che ripassa sulle spalle di Nole Djokovic, pronto a tornare a giocare in Europa - e incantare la platea mondiale, non solo quelli degli spalti di Miami, letteralmente impazziti per l’azzurro lungo e sottile che ha messo su muscoli e determinazione.

Sinner Flash, un mondo di gioia

Tutti in piedi ad applaudire Jannik, un mix tra capitan America e Flash Gordon. Assorbe le bordate dello spagnolo e ribatte ancora più forte. A tratti è un tennis disumano, alieno. La gente capisce di essere di fronte a due tipi speciali che potranno caratterizzare il gioco dei prossimi dieci anni e partecipa emotivamente alla sfida, parteggiando per l’uno e per l’altro. «Andiamo», «Vamos» e la partita decolla alla prima cannonata. Con Jannik più brillante in avvio ma ripreso da Alcaraz, vincente nel tie break carico di rammarico per l’italiano. Ma attenzione, il Rosso 2023 è un portento che moralmente non si abbatte.

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Sinner meglio di Alcaraz, il motto

Tutti in piedi per Sinner. Che nel secondo e terzo set distrugge il murciano, in crisi fisica. E quei dieci minuti di sosta chiesti dal diciannovenne creano anche la prima crepa nella gente che passa tutta da Sinner e fischia lo spagnolo per l’attesa. Un passaggio di consegne umorale che fa presagire il successo di Jannik, sempre più padrone della situazione. Spietato e vincente al terzo set, dopo tre ore a tratti epiche. Così si gioca in Paradiso o forse all’Inferno.

Sinner-Medvedev, finalmente alle 19

Tutti in piedi per Sinner. Che disputerà la finale di Miami, Masters 1000 (il primo italiano a avere due presenze all’atto conclusivo, ci era già stato due anni fa), contro la bestia nera Daniil Medvedev. Ci ha già perso a Rotterdam: qui però è un’altra storia, tutta da scrivere. Al sole della Florida, difatti, è sbocciato il nuovo Jannik, più completo, più duro, più resistente, più bravo nella risposta e nel servizio. E finalmente non costringerà alla nottata, visto che domani si gioca alle 19, salvo trabocchetti di Giove Pluvio. Perché quelle urla tra l’una e le quattro di mattina, nel salotto, di casa, qualcuno hanno svegliato, chiaro. Colpa-merito di un tennista che sta facendo impazzire l’Italia, e non solo.

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TORINO  - Jannik Sinner l’ha battuto. L’ha sfidato sul suo terreno a mille all’ora. L’ha sfiancato. L’ha rimandato all’angolo quando era in difficoltà sino a sfinirlo. Tutti in piedi ad applaudire Jannik, capace di superare Carlos Alcaraz - facendogli perdere il numero 1 che ripassa sulle spalle di Nole Djokovic, pronto a tornare a giocare in Europa - e incantare la platea mondiale, non solo quelli degli spalti di Miami, letteralmente impazziti per l’azzurro lungo e sottile che ha messo su muscoli e determinazione.

Sinner Flash, un mondo di gioia

Tutti in piedi ad applaudire Jannik, un mix tra capitan America e Flash Gordon. Assorbe le bordate dello spagnolo e ribatte ancora più forte. A tratti è un tennis disumano, alieno. La gente capisce di essere di fronte a due tipi speciali che potranno caratterizzare il gioco dei prossimi dieci anni e partecipa emotivamente alla sfida, parteggiando per l’uno e per l’altro. «Andiamo», «Vamos» e la partita decolla alla prima cannonata. Con Jannik più brillante in avvio ma ripreso da Alcaraz, vincente nel tie break carico di rammarico per l’italiano. Ma attenzione, il Rosso 2023 è un portento che moralmente non si abbatte.

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