Assurdopoli, Sinner punito perché innocente 

Squalificato per essersi comportato correttamente: è il capolavoro della Wada, l’istituzione più surreale dello sport mondiale

Punito per essersi comportato correttamente. È il capolavoro della Wada, l’istituzione più surreale dello sport mondiale, che sorvola sul doping reale e infligge una punizione a chi, lei stessa, riconosce non aver imbrogliato e non aver avuto alcun vantaggio nelle prestazioni. Da assurdopoli è tutto, a voi la linea. Sarebbe bello finirla così, ma invece ci tocca spiegare cosa è successo e perché è successo. Spiegarlo ai bambini che si ispirano a Sinner (e fanno bene a farlo) e non capiscono: «Jannik ha sbagliato?». No! «E allora perché lo squalificano?». Spiegateglielo voi, geni della Wada! Provate a tradurre la supercazzola con la quale ufficializzate nello stesso comunicato l’innocenza di un atleta e la sua squalifica per tre mesi.

Caso Sinner, così si perde credibilità

Chi gestisce e governa lo sport mondiale, negli ultimi tempi, ha perso di vista la ricchezza più preziosa da difendere: la credibilità. Senza la credibilità crolla tutto, è parte essenziale delle fondamenta su cui si basa la passione della gente per lo sport e, in ultima analisi, anche il business economico che questa genera. Se il pubblico non capisce il perché il numero uno del tennis mondiale viene punito e nessuno riesce a dare una spiegazione che abbia un capo e una coda logici, una crepa si apre in quella passione.

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Tennis

Wada, l'incoerenza e l'ebbrezza di dominare un invincibile

La giustizia sportiva non è nuova a questi pastrocchi, perché troppo spesso chi la amministra finisce per ubriacarsi del potere di decidere il destino di un grande atleta o di un club, provando l’ebbrezza di dominare un invincibile. I codici sono vaghi, il margine interpretativo è così enorme da poterci coltivare tutto e il contrario di tutto. La magistratura sportiva si atteggia seriosa e applica una giurisprudenza da circolo delle bocce. Non è una cosa seria e non è più una cosa ammissibile, perché si giudica di atleti o società che fatturano centinaia di milioni di euro, che generano migliaia di posti di lavoro e che, soprattutto, coinvolgono i sentimenti di milioni e milioni di persone.

Quella su Sinner, alla fine, è una decisione che soddisfa tutti, Sinner per primo. E la cosa triste è che la ragione di questa soddisfazione è insita nell’incertezza della giustizia sportiva, dove si sceglie il male minore invece di pretendere l’assoluzione, perché “non si sa mai”. Da assurdopoli è davvero tutto.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Tennis

Punito per essersi comportato correttamente. È il capolavoro della Wada, l’istituzione più surreale dello sport mondiale, che sorvola sul doping reale e infligge una punizione a chi, lei stessa, riconosce non aver imbrogliato e non aver avuto alcun vantaggio nelle prestazioni. Da assurdopoli è tutto, a voi la linea. Sarebbe bello finirla così, ma invece ci tocca spiegare cosa è successo e perché è successo. Spiegarlo ai bambini che si ispirano a Sinner (e fanno bene a farlo) e non capiscono: «Jannik ha sbagliato?». No! «E allora perché lo squalificano?». Spiegateglielo voi, geni della Wada! Provate a tradurre la supercazzola con la quale ufficializzate nello stesso comunicato l’innocenza di un atleta e la sua squalifica per tre mesi.

Caso Sinner, così si perde credibilità

Chi gestisce e governa lo sport mondiale, negli ultimi tempi, ha perso di vista la ricchezza più preziosa da difendere: la credibilità. Senza la credibilità crolla tutto, è parte essenziale delle fondamenta su cui si basa la passione della gente per lo sport e, in ultima analisi, anche il business economico che questa genera. Se il pubblico non capisce il perché il numero uno del tennis mondiale viene punito e nessuno riesce a dare una spiegazione che abbia un capo e una coda logici, una crepa si apre in quella passione.

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Tennis
1
Assurdopoli, Sinner punito perché innocente 
2
Wada, l'incoerenza e l'ebbrezza di dominare un invincibile