“Sinner, macché sorpresa. Berrettini fuoriclasse, Paolini perfetta”

Santopadre analizza gli Internazionali degli azzurri: “Un tabellone fantastico e una finale con i due più forti”

Vincenzo Santopadre, ex coach di Matteo Berrettini, ha vissuto intensamente gli Internazionali BNL d’Italia, sia in veste di tecnico (consulente del team di Lorenzo Sonego) che di opinionista per Supertennis e li racconta con l’assoluta naturalezza del “padrone di casa”: “E’ stato un grande evento – esordisce – e lo dico sia nella veste di addetto ai lavori che mettendomi nei panni degli appassionati, una moltitudine quest’anno al Foro Italico”.  
  
Quali sono stati i giudizi dei giocatori, l’elemento più importante del torneo? 
«Molto positivi perché hanno apprezzato tutti gli aspetti che direttamente li toccano. Parlo della transportation, degli alberghi, della ristorazione, dell’ospitalità. Per quanto riguarda gli spettatori il torneo ha presentato spazi maggiori rispetto a quelli storici e questo ha garantito un respiro superiore a tutto il complesso, più comodità nelle sedute durante le partite e molti altri plus che hanno permesso un ulteriore salto di qualità». 
 
Parliamo di valore tecnico del tabellone maschile. Come lo considera?  
«Tabellone fantastico che ha visto arrivare in semifinale tre dei cinque migliori giocatori sulla superficie, Alcaraz, Sinner e Musetti, e l’americano Paul che non definirei una sorpresa perché già nel 2024 era arrivato allo stesso step del torneo dimostrandosi capace di giocar bene sulla terra. Il livello medio del torneo è stato nel complesso molto elevato».

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Sinner, nessuna sorpresa

Sinner è riuscito a issarsi in finale dopo tre mesi di stop agonistico. Se lo aspettava? 
«Per me non si è trattato di una sorpresa perché è il migliore nel risolvere le molte problematiche mentali che il tennis può presentare. È un giocatore di qualità superiore e per questo non mi ha stupito». 
 
In finale ha trovato Carlos Alcaraz in versione stellare. Se Jannik avesse vinto il primo set qualcosa sarebbe cambiato? 
«Forse la partita avrebbe potuto prendere una piega diversa. L’unico momento sul quale mi permetto di fare un appunto è stato quello della gestione del secondo set point. Sul 30-40 servizio Alcaraz ha forzato una giocata di rovescio terminato in corridoio per troppa precipitazione. Lo spagnolo non ha avuto cali di rendimento per l’intera partita e nel secondo set ha preso ancora più fiducia provando e trovando soluzioni che fanno parte del suo repertorio. Nell’arco del torneo ho visto molto bene fisicamente Jannik e consideriamo che l’obiettivo iniziale non poteva essere vincere al primo torneo dopo il rientro, piuttosto interpretare bene una tappa importantissima verso il Roland Garros. Non possiamo dire che non l’abbia fatto. Aveva bisogno di mettere partite nelle gambe e le cinque giocate gli sono state sufficienti per evitare il 500 di Amburgo, a ridosso dello Slam francese. Questa settimana potrà allenarsi e rigenerarsi per Parigi».

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Il momento di Berrettini

Roma da sempre gioia e dolori per gli italiani. Come hanno giocato gli altri azzurri? 
«Detto del gran torneo di Musetti, Cobolli, Sonego e Arnaldi hanno un po’ accusato l’atmosfera e la pressione che gli Internazionali da sempre mettono sugli italiani. I più giovani hanno avuto un buon impatto con il torneo interpretandolo come un momento di crescita e di esperienza».  
  
Un capitolo a parte quello di Matteo Berrettini. Come lo analizza? 
«Matteo tiene tantissimo a Roma e credo sia andato con il cuore veramente oltre, non essendo al massimo fin dall’avvio. Ora dovrà valutare le condizioni in ottica Parigi. E’ un fuoriclasse ma per esprimere il suo potenziale deve stare bene fisicamente e considerare che ci sarà dopo il Roland Garros un pezzo importante della stagione sull’erba, una delle superfici a lui più care». 
 
Jasmine Paolini ha compiuto una doppia e storica impresa. Come definirebbe il suo torneo? 
«Jasmine è stata fantastica perché tatticamente ha giocato ogni match nel modo esatto in funzione delle avversarie. Non ha espresso tecnicamente il suo miglior tennis ma è stata eccezionale per la carica agonistica confermandosi una gran giocatrice. Le altre favorite erano in affanno. Iga Swiatek è in confusione da un po’ di tempo e Aryna Sabalenka a Roma non ha avuto la giusta attitudine. In prospettiva ritengo ottimo per l’Italia aver inserito tra le sue giocatrici Tyra Grant, che ha personalità e buonissimi fondamentali».

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Vincenzo Santopadre, ex coach di Matteo Berrettini, ha vissuto intensamente gli Internazionali BNL d’Italia, sia in veste di tecnico (consulente del team di Lorenzo Sonego) che di opinionista per Supertennis e li racconta con l’assoluta naturalezza del “padrone di casa”: “E’ stato un grande evento – esordisce – e lo dico sia nella veste di addetto ai lavori che mettendomi nei panni degli appassionati, una moltitudine quest’anno al Foro Italico”.  
  
Quali sono stati i giudizi dei giocatori, l’elemento più importante del torneo? 
«Molto positivi perché hanno apprezzato tutti gli aspetti che direttamente li toccano. Parlo della transportation, degli alberghi, della ristorazione, dell’ospitalità. Per quanto riguarda gli spettatori il torneo ha presentato spazi maggiori rispetto a quelli storici e questo ha garantito un respiro superiore a tutto il complesso, più comodità nelle sedute durante le partite e molti altri plus che hanno permesso un ulteriore salto di qualità». 
 
Parliamo di valore tecnico del tabellone maschile. Come lo considera?  
«Tabellone fantastico che ha visto arrivare in semifinale tre dei cinque migliori giocatori sulla superficie, Alcaraz, Sinner e Musetti, e l’americano Paul che non definirei una sorpresa perché già nel 2024 era arrivato allo stesso step del torneo dimostrandosi capace di giocar bene sulla terra. Il livello medio del torneo è stato nel complesso molto elevato».

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