La vittoria in tre set di Sinner contro Djokovic ha generato commenti quasi unanimi da parte di grandi ex, di coach che oggi frequentano il circuito maggiore, di addetti ai lavori che hanno visto da vicino la crescita dell’attuale numero 1 del mondo: «Jannik ha alzato l’asticella – ha affermato il tre volte campione di Wimbledon Boris Becker – soprattutto nei primi due set contro Nole. Nel terzo dopo un piccolo passaggio a vuoto ha ripreso il comando delle operazioni ma nel complesso ha dimostrato la sua grande crescita sull’erba. Si è avvicinato molto ad Alcaraz anche su questa superficie e la finale sarà certo un altro spettacolo. Oltre che per il tennis espresso, Jannik mi è piaciuto molto per l’atteggiamento che ha avuto in campo. Non è mai facile raggiungere una finale Slam perché nell’arco di due settimane e sulla distanza dei tre set su cinque molte cose possono accadere. Il percorso di Jannik a Wimbledon quest’anno lo ha confermato, vedi le difficoltà contro Dimitrov, il problema al gomito, la ripresa. Il modo con il quale si è imposto a Djokovic credo che non possa che dargli ulteriore fiducia nella sfida per il titolo».
Ljubicic: "Sinner molto disciplinato. In finale..."
A Ljubicic, cresciuto da giocatore alla stessa corte di colui che ha “sgrossato” Jannik, Riccardo Piatti, è piaciuto l’ordine dell’attuale numero 1 del mondo: «E’ stato molto disciplinato – ha detto ai microfoni di Sky – aggredendo Djokovic e costringendolo a quelle spaccate che oggi non è stato in grado di fare, forse in parte per il problema fisico accusato alla fine del match con Cobolli, ma anche perché il passare degli anni non gli permette più di mettere in campo quell’efficacia che gli ha consentito di vincere 24 titoli Slam. Pensando alla finale contro Alcaraz ciò che dovrà affrontare Jannik saranno le variazioni di ritmo e di colpi dello spagnolo, emerse appieno anche nella semifinale contro Fritz. Le difficoltà contro il murciano sono legate alla ricerca del ritmo di gara, in più al fatto che è in grande fiducia e in striscia positiva da molte partite e su più superfici»
L'analisi di Furlan: "Molto bravo a partire fortissimo"
Attenta, come sempre, l’analisi di Renzo Furlan, ex n° 19 ATP e fino a qualche mese fa coach di Jasmine Paolini: «Sinner è stato molto bravo a partire fortissimo imponendo una velocità di gioco che Djokovic ha dimostrato di non poter contrastare. E’ stato costante nella sua tattica e ha messo in crisi il sette volte campione di Wimbledon. Credo che quella patita rappresenterà per Djokovic una sconfitta pesante perché si è reso contro di poter essere al massimo il numero tre del mondo. Sarà molto difficile che possa cambiare un destino ormai segnato. Il serbo merita grande rispetto per ciò che anche quest’anno è riuscito a fare ma certo l’erba è la superficie sulla quale aveva le residue possibilità di tornare ad alzare un trofeo dello Slam. La partita contro Jannik, anche se non era al cento per cento della condizione, ha rappresentato per lui un brusco risveglio».
