Pagina 2 | Guida Vagnozzi, pausa Cahill, Panichi e Badio ancora “presenti”: il team Sinner
Daniele Azzolini
2 min
WIMBLEDON (INGHILTERRA) - Sono fatti con il copia-incolla i grandi del tennis, non ce n’è uno che sia disposto davvero a fermare le macchine, a disporsi in modalità “car parking” e apprezzare ciò che ha appena ottenuto, perfino la vittoria più grande che vi sia. Wimbledon non è abbastanza? Sinner ne è estasiato, ma non al punto da perdere contatto con la propria realtà, che non è esattamente come la mia o la vostra. Nella sua c’è sempre un obiettivo da puntare su qualcosa, sui prossimi impegni, sulle vittorie future, sul giro dei punti in classifica. E il circuito, quello da “non perdere”, riparte presto, il 27 luglio bisogna essere in Canada, per il primo Mille dell’estate americana. Fu anche il primo Masters vinto da Jannik, due anni fa, e resta l’ultima possibilità di aumentare di qualche punto il distacco che lo spinge oltre i dodicimila punti in classifica, livelli che hanno raggiunto solo Djokovic, Federer e Nadal.
Sinner e il Caso Clostebol
Un anno fa Sinner fu battuto in Canada da Rublev, una sconfitta imprevista nei quarti del torneo che aveva vinto l’anno prima, poi andò a Cincinnati e stravinse, Erano i giorni in cui il tennis, e il mondo intero vennero chiamati a prendere una posizione sul Numero Uno e il Caso Clostebol. Giorni difficili per Sinner, ma non ancora tramontati a leggere i tabloid londinesi di ieri mattina. Che hanno riproposto il suo nome collegandolo al doping, come se la vicenda non si fosse ancora conclusa, abbinandolo con malizia alle fotografie scattate al Gran Ballo dei vincitori, introdotto dalla danza fra Sinner e Iga Swiatek, due che hanno dovuto rispondere ad accuse doping assai simili.
Sinner ricarica le pile, poi vanno scelti preparatore atletico e fisioterapista
Così, qualche giorno dai suoi in Val Pusteria sarà più che sufficiente, inutile concedersi di più. La ripresa vedrà coach Vagnozzi alla guida, mentre coach Cahill si prenderà una pausa più lunga, e riapparirà a fine agosto per gli US Open. Ha fatto una promessa a Sinner poco prima della finale, "se vinci, decidi tu che cosa devo fare, se restare o andarmene definitivamente in pensione". "Ho mano libera" ha esultato il vincitore di Wimbledon. Ovviamente Jannik gli chiederà di restare, cosa che ha già fatto mille volte, ma per il rispetto che gli porta, la decisione resterà di Cahill. Piuttosto dovrà essere presa presto una decisione su preparatore atletico e fisioterapista. Panichi e Badio, malgrado siano stati rimossi e accantonati, hanno lavorato su Sinner in chiave futura, com’era nei patti per sfruttare al meglio i mesi di stop concordati con la Wada. Panichi, in particolare, ha impostato con il Team una preparazione che lui definì da atletica leggera, cioè in grado di spingersi oltre un periodo della stagione o un singolo evento. I frutti finali devono ancora prendere forma. Già a Wimbledon Sinner è sembrato in crescendo, facendo mormorare a più di un osservatore che sembrava di nuovo il tennista visto agli Australian, considerata dai tecnici una delle sue più alte espressioni.
Di buono c’è che Sinner mentre gli altri, tutti, a cominciare da Alcaraz, erano impegnati nei tornei, ha immagazzinato energie che gli torneranno utili sul finire della stagione, quando gli avversari saranno in difficoltà per la lunga stagione. Gli US Open sono considerati l’ultima grande fatica, ed è naturale che Sinner punti a confermarsi nello Slam americano, prima di tutto per la classifica, poi perché una vittoria a Flushing Meadow lo isserebbe a un ruolo tra i più grandi che la Storia del Tennis possa prendere in considerazione, quello di vincitore di tre quarti dello Slam, per di più con una finale persa con 3 match point a favore nell’unico Slam non vinto. Una triplice vittoria che accosterebbe Sinner ai più forti di sempre. E sarà anche la password per cercare di tenere la leadership per la seconda “fine anno” consecutiva. Dopo gli Us Open, pesano il Mille di Shanghai e le Finals a Torino, ma il più è fatto.
Di buono c’è che Sinner mentre gli altri, tutti, a cominciare da Alcaraz, erano impegnati nei tornei, ha immagazzinato energie che gli torneranno utili sul finire della stagione, quando gli avversari saranno in difficoltà per la lunga stagione. Gli US Open sono considerati l’ultima grande fatica, ed è naturale che Sinner punti a confermarsi nello Slam americano, prima di tutto per la classifica, poi perché una vittoria a Flushing Meadow lo isserebbe a un ruolo tra i più grandi che la Storia del Tennis possa prendere in considerazione, quello di vincitore di tre quarti dello Slam, per di più con una finale persa con 3 match point a favore nell’unico Slam non vinto. Una triplice vittoria che accosterebbe Sinner ai più forti di sempre. E sarà anche la password per cercare di tenere la leadership per la seconda “fine anno” consecutiva. Dopo gli Us Open, pesano il Mille di Shanghai e le Finals a Torino, ma il più è fatto.
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