"Allegri è come Ranieri"
Ranieri è più un allenatore o uno psicologo?
«Partiamo dal presupposto che oggi, per essere allenatore, devi essere un po’ psicologo per gestire 25-26 teste diverse. Non è facile riuscirci e per questo credo che pure i giocatori debbano sforzarsi a entrare nella testa dell’allenatore».
E al Cagliari è accaduto dopo che Ranieri ha minacciato di fare un passo indietro.
«Questa squadra ha sempre dimostrato di esserci, facendo anche tanti punti dopo il novantesimo, dimostrando quindi valori importanti. Però ci mancava qualcosa dal punto di vista della convinzione e lui è stato bravissimo a metterci di fronte alle nostre responsabilità».
Trova analogie tra il suo allenatore e Massimiliano Allegri?
«Intanto Allegri è un grandissimo allenatore che mi piace per l’equilibrio che mantiene nel bene e nel male. Questa è un’arma per la Juve e dovremo tenerlo ben presente. La Juve è un’avversaria molto difficile da affrontare: il gioco che esprime è pratico e solido e rispecchia il suo allenatore. Allegri, come Ranieri, sa costruire squadre solide che rimangono sempre equilibrate e con un’identità che alla lunga paga».
A 34 anni per un calciatore è già tempo di bilanci.
«Rimpianti non ne ho perché tutti gli errori che ho fatto sono stati propulsore per farmi diventare quello che sono in questo momento. Mentre per quanto riguarda le gioie, mi tengo stretta la promozione dell’anno scorso e pure la prestazione dell’altra sera con l’Inter».