Juve, fiammate di vero Pogba. E la profezia che porta fortuna a Paredes

Il Polpo, accolto dalla consueta ovazione, entra per Miretti a 17' dalla fine ed esalta lo Stadium con dribbling e un gran filtrante per Vlahovic: può essere l’uomo in più in questo mese decisivo

Il boato al suo ingresso in campo è ormai consuetudine, ma stavolta c’è stato di più. Stavolta nei 17 minuti in cui ha giocato Paul Pogba ha trasmesso all’Allianz Stadium scariche elettriche che hanno innescato brusii crescenti: mai infine sfociati nell’urlo liberatorio che i tifosi juventini sognano di lanciare da quando il Polpo è tornato, ma pazienza. Quelle scariche elettriche - un gran filtrante che ha messo Vlahovic davanti a Falcone, tre dribbling tentati e riusciti e un paio di tiri valutati ma poi scartati a favore di altre giocate - annunciano che il motore del trentenne campione del mondo francese sta cominciando a girare. Ed è un motore che, pur dovendo gestirne il chilometraggio, potrebbe fare la differenza in quest’ultimo mese in cui la Juventus si gioca la qualificazione alla prossima Champions League in campionato e la possibilità di vincere l’Europa League (che peraltro porterebbe in dote proprio la qualificazione alla Champions).

Juve, Pogba per il rush finale

Sette partite sicure, le cinque giornate di campionato che restano più andata e ritorno della semifinale europea con il Siviglia, da far diventare otto conquistando la finale del 31 maggio a Budapest. E da giocare in 29 giorni, tra domenica e il 4 giugno dell’ultimo turno di campionato: un tour de force pieno di momenti in cui far finalmente esplodere quell’urlo atteso per mesi. Magari a cominciare dallo scontro diretto di domenica a Bergamo contro l’Atalanta.

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Paredes e la profezia di Pogba

Nell’attesa di segnare il primo gol della sua seconda vita juventina, Pogba ieri oltre che in campo ha brillato anche come indovino, prevedendo il primo di Leandro Paredes, in collaborazione con lo stesso argentino. Lo ha raccontato proprio il campione del mondo in carica, spiegando a Dazn perché dopo la rete su punizione era corso proprio ad abbracciare il francese in panchina: «Prima delle partite rimango sempre a calciare le punizioni e oggi ho detto a Paul che potevo fare gol. Lui mi ha risposto: “Io ho pensato la stessa cosa: se fai gol vieni ad abbracciarmi”». Detto, anzi predetto, fatto: e ritorno al gol per l’argentino dopo più di un anno, dal 13 marzo quando segnò nel 3-0 del Paris Saint-Germain sul Bordeaux.

Paredes e il futuro alla Juve

Quel Psg dove quasi certamente tornerà, scaduto il prestito annuale, anche se lui non ha abbandonato l’idea di convincere la Juve e Allegri, col quale aveva un confronto a muso duro poche settimane fa, a riscattarlo: «Era da tanto che non segnavo e sono contento, ma lo sono di più per la vittoria e per la squadra, che la meritava. È stata sofferta ma ora le partite saranno sempre così. Io qua mi trovo bene e sono felice, con Allegri abbiamo chiarito: le discussioni ci sono in tutte le famiglie, ma andiamo avanti insieme che è quello che vogliamo tutti». Molto avanti, appunto, se fosse per lui: «Non so se resterò, io vivo la mia vita e la mia carriera giorno dopo giorno, speriamo si verifichi la cosa migliore per tutti. A me piace stare qua e la mia famiglia è contenta, speriamo di restare».

Le parole di Fagioli

Di sicuro resterà Nicolò Fagioli, che all’andata contro il Lecce aveva segnato il gol della vittoria dando la svolta alla propria stagione e ieri anche senza segnare (ma l’assist per il gol annullato a Miretti sarebbe valso un gol) è stato tra i migliori. Ma non si accontenta, come aveva detto a Dazn prima della partita: «Devo migliorare come ha detto il mister in conferenza stampa, ha ragione. Quello che sto facendo in campo è merito sia della squadra sia mio, ma non basta: devo crescere perché ho commesso degli errori a Sassuolo e col Napoli e sono errori che non devo commettere». Ieri non ne ha commessi, ma nella soddisfazione per la vittoria non ha mancato di individuare aspetti in cui la Juve avrebbe potuto fare meglio: «Era da tempo che non vincevamo e siamo molto felici: è una vittoria che dà fiducia e morale e sono tre punti importantissimi per la zona Champions. Avremmo potuto segnare qualche gol in più e anche difendere un po’ meglio, tutta la squadra intendo, ma alla fine l’importante è il risultato». Poi i complimenti a Di Maria e gli auguri a De Sciglio: «Quando dai la palla ad Angel torna perfetta ed è più facile rigiocarla. È un fenomeno in campo e anche fuori. Purtroppo Mattia ha avuto un brutto infortunio, gli facciamo un grande in bocca al lupo».

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Il boato al suo ingresso in campo è ormai consuetudine, ma stavolta c’è stato di più. Stavolta nei 17 minuti in cui ha giocato Paul Pogba ha trasmesso all’Allianz Stadium scariche elettriche che hanno innescato brusii crescenti: mai infine sfociati nell’urlo liberatorio che i tifosi juventini sognano di lanciare da quando il Polpo è tornato, ma pazienza. Quelle scariche elettriche - un gran filtrante che ha messo Vlahovic davanti a Falcone, tre dribbling tentati e riusciti e un paio di tiri valutati ma poi scartati a favore di altre giocate - annunciano che il motore del trentenne campione del mondo francese sta cominciando a girare. Ed è un motore che, pur dovendo gestirne il chilometraggio, potrebbe fare la differenza in quest’ultimo mese in cui la Juventus si gioca la qualificazione alla prossima Champions League in campionato e la possibilità di vincere l’Europa League (che peraltro porterebbe in dote proprio la qualificazione alla Champions).

Juve, Pogba per il rush finale

Sette partite sicure, le cinque giornate di campionato che restano più andata e ritorno della semifinale europea con il Siviglia, da far diventare otto conquistando la finale del 31 maggio a Budapest. E da giocare in 29 giorni, tra domenica e il 4 giugno dell’ultimo turno di campionato: un tour de force pieno di momenti in cui far finalmente esplodere quell’urlo atteso per mesi. Magari a cominciare dallo scontro diretto di domenica a Bergamo contro l’Atalanta.

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