Juve, il rafforzamento parte dalle conferme: sei rinnovi entro fine anno

Giuntoli e Manna migliorano il bilancio e si tutelano in chiave mercato: la lista dei calciatori pronti a prolungare il loro rapporto con il club

TORINO - Lo spirito di squadra non è soltanto lo spirito con cui una formazione scende in campo e gioca per cercare di battere l’avversario. Lo spirito di squadra è soprattutto il valore aggiunto che riesce a regalare la convinzione di far parte, tutti quanti, di una stessa “famiglia”. Ed è solo in questi casi che vestire le maglie dello stesso colore diventa un clamoroso moltiplicatore di energia, capace di esaltare al massimo il potenziale dei singoli per un fantastico collettivo. Si tratta di un processo semplice e complesso al tempo stesso, in cui ovviamente il tempo rappresenta una variabile tra le più importanti ma non è la sola. Non basta infatti frequentare lo stesso spogliatoio da diverse stagioni affinché il gruppo sia più unito che mai.

Tra i “lieviti” capaci di far fermentare il tutto è fondamentale la figura dell’allenatore, colui che decide tutto: chi gioca, chi non gioca, in che ruolo, per quanti minuti e in quali partite, le più importanti o quelle che contano meno. Ma non basta. Perché conta anche quanto e come la proprietà riesce a trasmettere i propri desiderata alla squadra. E allora ecco il turno del direttore tecnico o sportivo che sia, colui o coloro che devono svolgere il ruolo di cuscinetto tra chi mette i soldi e chi, sul campo, deve tradurre in realtà i sogni dei tifosi.

Non più solo Max

Alla Juventus, sul primo gestore, sono messi bene, Allegri è un ottimo motivatore, in grado di tenere il clima dello spogliatoio a temperatura ambiente a prescindere da cosa accade intorno: l’anno scorso un test senza precedenti per via degli attacchi della giustizia ordinaria e sportiva. Ma la Juventus si è dotata di una nuova figura, quella di Cristiano Giuntoli, deputata a sgravare il signor Max da una serie di compiti che non gli spettavano. Tra gli obiettivi del neo direttore tecnico, in primis, proprio quello di trasmettere alla squadra la vicinanza della proprietà che ha un progetto a lungo termine iniziato 100 anni fa, quando la famiglia Agnelli decise di acquistare il club torinese. Il suo, affiancato nell’operatività dal ds Giovanni Manna, contribuisce in maniera significativa a far sì che il concetto di spirito di squadra punti ulteriormente verso l’alto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Juve, 6 rinnovi in vista

Per riuscirci la coppia ha iniziato un lavoro destinato entro la fine dell’anno al rinnovo e al prolungamento dei contratti di sei calciatori: Dusan Vlahovic, Federico Chiesa, Gleison Bremer, Manuel Locatelli, Federico Gatti e Daniele Rugani. Allungare il legame con loro non solamente per lavorare ai fianchi i conti, contribuendo a sgravare il bilancio con ammortamenti e ingaggi ricalibrati in quanto diluiti.

C’è infatti anche un riverbero differente a fronte di questa strategia. Coinvolgerli in maniera maggiore per aumentare il concetto e la loro sensazione di inclusione all’interno del mondo Juve, e presentarsi alle prossime sessioni di mercato con le spalle ancora più robuste. Perché un conto sarà, per esempio, discutere con chi potrebbe volere Chiesa se Federico ha in essere solo una stagione da giocare ancora nella Juve. Un altro invece essere forti di un rapporto firmato per altri due/tre campionati. Il primo dei sei rinnovi, atteso alla firma, è quello di Federico Gatti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - Lo spirito di squadra non è soltanto lo spirito con cui una formazione scende in campo e gioca per cercare di battere l’avversario. Lo spirito di squadra è soprattutto il valore aggiunto che riesce a regalare la convinzione di far parte, tutti quanti, di una stessa “famiglia”. Ed è solo in questi casi che vestire le maglie dello stesso colore diventa un clamoroso moltiplicatore di energia, capace di esaltare al massimo il potenziale dei singoli per un fantastico collettivo. Si tratta di un processo semplice e complesso al tempo stesso, in cui ovviamente il tempo rappresenta una variabile tra le più importanti ma non è la sola. Non basta infatti frequentare lo stesso spogliatoio da diverse stagioni affinché il gruppo sia più unito che mai.

Tra i “lieviti” capaci di far fermentare il tutto è fondamentale la figura dell’allenatore, colui che decide tutto: chi gioca, chi non gioca, in che ruolo, per quanti minuti e in quali partite, le più importanti o quelle che contano meno. Ma non basta. Perché conta anche quanto e come la proprietà riesce a trasmettere i propri desiderata alla squadra. E allora ecco il turno del direttore tecnico o sportivo che sia, colui o coloro che devono svolgere il ruolo di cuscinetto tra chi mette i soldi e chi, sul campo, deve tradurre in realtà i sogni dei tifosi.

Non più solo Max

Alla Juventus, sul primo gestore, sono messi bene, Allegri è un ottimo motivatore, in grado di tenere il clima dello spogliatoio a temperatura ambiente a prescindere da cosa accade intorno: l’anno scorso un test senza precedenti per via degli attacchi della giustizia ordinaria e sportiva. Ma la Juventus si è dotata di una nuova figura, quella di Cristiano Giuntoli, deputata a sgravare il signor Max da una serie di compiti che non gli spettavano. Tra gli obiettivi del neo direttore tecnico, in primis, proprio quello di trasmettere alla squadra la vicinanza della proprietà che ha un progetto a lungo termine iniziato 100 anni fa, quando la famiglia Agnelli decise di acquistare il club torinese. Il suo, affiancato nell’operatività dal ds Giovanni Manna, contribuisce in maniera significativa a far sì che il concetto di spirito di squadra punti ulteriormente verso l’alto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Juve, il rafforzamento parte dalle conferme: sei rinnovi entro fine anno
2
Juve, 6 rinnovi in vista