TORINO - Se sarà storica, lo si saprà soltanto tra un mese e mezzo, massimo due. Tanto occorre aspettare per conoscere la sentenza sul ricorso al Tar di Antonio Giraudo, l’ex amministratore della Juventus che sta conducendo da anni la sua battaglia legale per cancellare la radiazione a vita, in conseguenza di Calciopoli, confermata dalla Corte Figc nel luglio 2011 e poi dall’Alta Corte di Giustizia del Coni nove mesi dopo. Ieri, a mezzogiorno, i giudizi della prima sezione ter del Tar del Lazio (presidente Francesco Arzillo), riunitisi in un’apposita “sezione specializzata ad hoc”, hanno ascoltato le richieste degli avvocati di Giraudo, Amedeo Rosboch e Jean Louis Dupont, che hanno sollevato l’incompatibilità della legge 280/2003, quella che disciplina la giustizia sportiva secondo il criterio della specificità dello sport, e quindi la possibilità di gestire “in proprio” la giustizia in tutti i gradi di giudizio rendendo inappellabili le sue sentenze, rispetto ai principi di diritto comunitario, e quindi di rimettere il tutto alla Corte di Giustizia Europea.
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Giraudo il piano della difesa
I due legali hanno argomentato, con un ricorso di oltre 140 pagine incentrato contro l’Avvocatura di Stato difesa da Mattia Cherubini, come gli organi disciplinari di Coni e Figc non possano, in quanto non organi giurisdizionali secondo l’ordinamento europeo, emettere una sentenza come la radiazione che lede il diritto fondamentale al lavoro. "L’illecito è tutt’ora in atto, giorno per giorno il dottor Giraudo subisce gli effetti negativi di questa legge, contraria ai principi del diritto europeo" spiega Rosboch, sottolineando come questa legge "sia palesemente contrastante". E cita il precedente del 21 dicembre 2023 in merito alla sentenza sul caso International Skate Union (atleti che avevano partecipato a manifestazioni non riconosciute): "L’argomentazione della corte è la stessa che noi confidiamo venga consentita in questa sede: eliminare questo strumento normativo perché così è causa di lesione. Possano gli organi giurisdizionali come il Tar correggere decisioni di altri organismi". A fine udienza l’avvocato Rosboch si è detto ottimista. "La nostra richiesta è che la legge che regola l’ordinamento sportivo che impedisce un controllo giurisdizionale venga mandata alla Corte di giustizia europea, in quanto noi riteniamo sia in contrasto con il diritto europeo. Speriamo che il Tar rimandi il tutto alla Corte di Giustizia di Lussemburgo. Sarebbe una svolta clamorosa".
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