Giraudo, il Tar dichiara "difetto di giurisdizione": che succede adesso

Anche se il dispositivo non è ancora disponibile, il Tribunale Amministrativo Regionale ha già deciso. Cosa può significare quella frase

Una sentenza attesa, ancora non disponibile nella sua interezza ma caricata sul sito ufficiale, che aggiunge un ulteriore tassello a una battaglia legale che potrebbe cambiare la Giustizia Sportiva. Il 12 marzo scorso è stato presentato al TAR il ricorso da parte degli avvocati di Antonio Giraudo, ex amministratore delegato della Juventus, che da anni ha dato corso ad un'azione giudiziaria per annullare la radiazione a vita, arrivata in conseguenza ai fatti di Calciopoli. Il Tribunale Amministrativo Regionale si è espresso nella giornata odierna, dichiarando un "difetto di giurisdizione": il testo della sentenza non è però ancora consultabile.

Cosa succede ora: Consiglio di Stato o Tribunale, ma...

"Difetto di giurisdizione" con ogni probabilità significa che il TAR ha rinviato Giraudo a un tribunale ordinario. A questo punto si aprono due strade: o il ricorso al Consiglio di Stato o il ritorno al tribunale ordinario, dove l'ex dirigente della Juve era già stato e non aveva ricevuto soddisfazione. Ma stavolta il ritorno in tribunale avrebbe una carta in più, la forza di quella sentenza della Corte di Giustizia Europea di dicembre 2023 che va a corroborare le tesi di Giraudo. Appellarsi direttamente alla CGUE non è possibile, quello può farlo solo un giudice, e il Tar non ha avuto il coraggio di farlo, fondamentalmente lavandosene le mani ancora una volta.

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Avvocato Giraudo: "Ai giudici manca il coraggio"

Amedeo Rosboch, avvocato di Antonio Giraudo, ha commentato così la decisione del TAR a LaPresse: "L'incongurenza logica è che noi arriviamo dal giudice ordinario, si crea un evidente cortocircuito. La cosa illogica è che in questo giudizio sono state fatte letteralmente le stesse conclusioni del giudice ordinario all'epoca. La verità è una, che in 18 anni di giudizi non c'è stato un giudice che ha avuto il coraggio di entrare nel merito delle vicende, ma abbiamo collezionato otto inammissibilità, otto difetti di giurisdizione. Un cortocircuito giuridico. Ho sentito Dupont, è arrabbiato, ha detto che è incredibile. Non si vuole affrontrare il merito".

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Una sentenza attesa, ancora non disponibile nella sua interezza ma caricata sul sito ufficiale, che aggiunge un ulteriore tassello a una battaglia legale che potrebbe cambiare la Giustizia Sportiva. Il 12 marzo scorso è stato presentato al TAR il ricorso da parte degli avvocati di Antonio Giraudo, ex amministratore delegato della Juventus, che da anni ha dato corso ad un'azione giudiziaria per annullare la radiazione a vita, arrivata in conseguenza ai fatti di Calciopoli. Il Tribunale Amministrativo Regionale si è espresso nella giornata odierna, dichiarando un "difetto di giurisdizione": il testo della sentenza non è però ancora consultabile.

Cosa succede ora: Consiglio di Stato o Tribunale, ma...

"Difetto di giurisdizione" con ogni probabilità significa che il TAR ha rinviato Giraudo a un tribunale ordinario. A questo punto si aprono due strade: o il ricorso al Consiglio di Stato o il ritorno al tribunale ordinario, dove l'ex dirigente della Juve era già stato e non aveva ricevuto soddisfazione. Ma stavolta il ritorno in tribunale avrebbe una carta in più, la forza di quella sentenza della Corte di Giustizia Europea di dicembre 2023 che va a corroborare le tesi di Giraudo. Appellarsi direttamente alla CGUE non è possibile, quello può farlo solo un giudice, e il Tar non ha avuto il coraggio di farlo, fondamentalmente lavandosene le mani ancora una volta.

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