Per una volta il popolo Juve...
Un episodio di Cagliari-Juventus in particolare ha fatto discutere l’opinione pubblica bianconera. E per una volta il popolo non si è diviso. Minuto numero 6 del primo tempo: l’arbitro Piccinini lascia correre di fronte alla gomitata di Mina su Alcaraz, il Var non interviene, l’argentino sanguina sulla fronte e gli verranno poi applicati due punti di sutura in testa. Ciò che colpisce è che nessun giocatore bianconero vada a protestare con energia dall’arbitro, chiedendo l’intervento tecnologico da Lissone e andando anche a difendere il compagno, colpito vistosamente in piena area. I tifosi della Juventus sono abituati a vedere, e spesso hanno anche criticato, le immagini dei calciatori dell’Inter che vanno a circondare l’arbitro, con un atteggiamento che non va certo preso ad esempio ed è assolutamente da censurare.
Però servirebbe una via di mezzo rispetto alla passività dei bianconeri: è una preoccupante spia accesa che evidenzia una squadra non “sul pezzo”, che approccia nel modo sbagliato e che non è consapevole della criticità della situazione e di cosa significhi essere un gruppo. A fine gara è arrivata la solita autocritica di chi sta tradendo le attese. Non si tratta di Danilo in particolare, ma dei senatori in generale: di chi è alla Juventus da più tempo, ma non riesce a trasmetterne lo spirito. Le parole del capitano sono un mesto classico di questa stagione: «Il nostro primo tempo non era all’altezza della Juventus e lo sappiamo tutti. Abbiamo avuto molti alti e bassi: ci sono stati tanti fattori che hanno causato questa situazione, fra cui vedere allontanarsi la vetta della classifica. Abbiamo tanti giovani, che stanno crescendo, dobbiamo restare in silenzio, uniti, lavorare, pensando alle prossime partite e ovviamente a cercare la finale di Coppa Italia».
Frasi di circostanza che non vengono però tradotte nella pratica sul campo. E intanto, facendo spietatamente i conti, emerge che servirebbero almeno dieci volti nuovi, tra acquisti ed elementi di rientro da valutare (Soulé, Huijsen ecc...), per affrontare quattro competizioni (campionato, presumibilmente Champions, Coppa Italia e Mondiale per club) e soprattutto per ridare alla squadra una forma da Juventus vera.
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