Sì, certo: i numeri vanno contestualizzati perché da soli non bastano per poter raccontare in maniera esaustiva il calcio che è sport di uomini (anzi, spesso di ragazzi) , ma è innegabile che la loro conoscenza contribuisca a definire un trend. Soprattutto, come nel caso della Juventus attuale, quando il tempo di analisi è più che sufficiente per stabilire una costante che procede sempre nella stessa direzione: quella negativa. Poco importa che i numeri eguaglino altri record negativi e che dunque certifichino come non rappresenti un unicum nella storia bianconera il fatto di trovarsi invischiati nelle difficoltà, ma l’attualità ha giustamente la precedenza sulla storia.
Allegri, la Juve e Zaccheroni
Così, per cominciare, fa rumore il dato secondo cui da dopo la sconfitta contro l’Inter, il 4 febbraio, i bianconeri abbiano giocato in campionato 12 partite vincendone appena 2, contro il Frosinone e contro la Fiorentina, con il minimo scarto. Appena 12 i punti conquistati da allora, uno a gara frutto appunto di 2 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte. Prima era andata meglio, ma attenzione perché non basta a migliorare i dati di un girone di ritorno che racconta di soli 18 punti in 14 partite: si tratta del valore peggiore dal 2009-10 con Alberto Zaccheroni in panchina. La stessa stagione di cui questa Juve allegriana ha eguagliato un altro record negativo: 6 partite in trasferta senza vittorie, tre pari con Verona, Torino e Cagliari, tre sconfitte con Inter, Napoli, Lazio.