Federico Chiesa si trova di fronte alla necessità di ribaltare una realtà deragliata in narrazione a causa della smemorata e superficiale cronistoria che diventa racconto dominante. Perché è un fatto incontestabile che “Fede” abbia spostato gli equilibri in maniera decisiva nella fase finale del campionato Europeo chiuso in trionfo a Wembley, ma è altrettanto vero come, nella fase a gironi, gli sia toccato ancora di diventare il “primo cambio” come da indigesto sfogo nel derby contro il Torino (senza preoccuparsi di mascherare le parole di fronte alle telecamere: una scelta), solo che in quella occasione lo era in ingresso invece che in uscita.
Chiesa nel progetto Juve
Nelle prime due gare del girone eliminatorio (gli azzurri le giocarono tutte e tre all’Olimpico) Mancini lo considerò infatti primo cambio di Insigne quando ormai la partita in questione era indirizzata. Titolare, invece, nell’ultima gara del girone (ormai inutile) con il Galles, ha poi fatto la differenza sempre da subentrato contro l’Austria nella sfida forse più delicata di quella competizione. Ma questa è un’altra storia perché quella che lega i due momenti all’attualità riguarda appunto la “centralità” di Federico Chiesa e la sua capacità di rendersi indispensabile dentro a un progetto di calcio e di rilancio come quello che attende la Juventus.