Chiesa, con Allegri non va: quell'invito a giocare alti e una staffetta imposta

I mugugni dell'attaccante della Juve ultimo sfogo per le tante sostituzioni, intanto il rinnovo del contratto è un tema, come anche il mercato

TORINO - Il potenziale e il rendimento, la posizione e le sostituzioni, l’ingaggio e il contratto in scadenza tra poco più di un anno. Indubbiamente Chiesa è al centro del villaggio juventino, per parafrasare il proverbio francese reso celebre da Rudi Garcia nella sua prima stagione alla Roma , solo che è al centro di incomprensioni e dubbi. Lui, per esempio e per venire all’episodio più recente, non comprende perché debba essere "sempre il primo cambio" , come ha sottolineato - colto dalle telecamere di Dazn - dopo aver lasciato il posto a Kenan Yildiz al 65’ del derby. Effettivamente il primo bianconero a uscire (assieme a Kostic rilevato da Iling) ed effettivamente tale per la terza volta nelle ultime quattro giornate, nelle quali non è comunque mai andato oltre i 65’ giocati contro il Toro. Tre volte alle quali si potrebbe aggiungere anche la sostituzione con la Lazio in Coppa Italia, al primo slot di cambi anche se all’81’.

Chiesa frustrato, il labiale dopo il cambio di Allegri: la telecamera Juve

Juve, Chiesa scontento

Il disappunto di Chiesa per la sostituzione non è stato irrispettoso né plateale, ma il fatto che si riferisse a una situazione protratta nel tempo ("sempre") impedisce di catalogarlo solo come sfogo a caldo. Semmai è la spia di vedute diverse tra lui e Massimiliano Allegri sulle modalità del suo impiego, così come nei mesi scorsi alcune sue dichiarazioni hanno fatto trasparire vedute diverse sull’atteggiamento della squadra: da "Dobbiamo giocare così, alti e senza chiuderci: questo è calcio moderno" dopo la vittoria a Udine alla prima giornata, al commento sul 5-2 dell’Italia sulla Macedonia del Nord a novembre (con due suoi gol), quando definì le reti incassate "non un blackout, ma voglia di giocare. Ci sta di prendere gol, ma come vuole il mister c’è la bellezza di essere propositivi e di voler giocare bene".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Chiesa, le sostituzioni e la staffetta con Yildiz

Inviti ad attaccare che ricordano un po’ quelli di Michel Platini a Giovanni Trapattoni, che non impedivano però al loro rapporto di funzionare a meraviglia. Anche perché poi comunque Le Roi faceva la differenza e da regista vinceva la classifica marcatori (tre volte di fila). Chiesa invece ha segnato tre gol su azione e uno su rigore nelle ultime 24 partite tra campionato e Coppa Italia, dopo un avvio folgorante da quattro reti nelle prime cinque giornate. E l’ultimo assist è quello per il gol di Vlahovic all’Inter il 26 novembre (colpa di Dusan che avrebbe potuto aggiornare il dato nel derby, vero, ma un assist in più in quattro mesi e mezzo non avrebbe cambiato la sostanza).

E qui veniamo ai dubbi e a una delle radici delle tante sostituzioni prima del 70’: tante, ma solo una nelle prime 16 giornate. Alla 17ª Chiesa, che aveva già saltato il derby d’andata per un problema muscolare, si ferma per un fastidio al tendine rotuleo che lo tormenta per un mese, da fine dicembre a fine gennaio. Nel frattempo, proprio alla 17ª giornata a Frosinone, esplode Yildiz. Con la Juve che entra in crisi e il traguardo vitale della Champions da raggiungere, Allegri non si fida a sperimentare e a derogare dalla sicurezza del 3-5-2, così la staffetta con Chiesa diventa il modo per provare a sfruttare il talento del diciottenne turco quando l’azzurro - spesso, come si è visto - non riesce a incidere (le tre più recenti sono comunque le sue uniche sostituzioni nel primo slot di cambi in campionato).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Chiesa e il rinnovo con la Juve: il punto

Un periodo grigio (scuro) che da un lato ha rinfocolato il dibattito sul ruolo di seconda punta anziché di attaccante esterno, dall’altro fa molto più che da sfondo ai colloqui tra la dirigenza bianconera e l’agente Fali Ramadani sul rinnovo del contratto in scadenza il 30 giugno 2025. Rientra nella logica del mercato e nello status di titolare dell’Italia e della Juve la richiesta di un aumento dei 5 milioni netti di ingaggio attuale, rientra nella logica del nuovo corso bianconero essere cauti nel trattare stipendi oltre i 6 milioni e nel valutare, assieme ad Allegri o al suo successore, su quali giocatori fondare un nuovo ciclo.

Riflessioni da inquadrare in una situazione in cui la società bianconera senza rinnovo rischierebbe di perdere Chiesa gratis tra un anno o di trattarne la cessione in estate da una posizione di debolezza: peraltro per ora non ci sono state richieste concrete, ma l’Europeo potrebbe essere una vetrina importante. Più che al centro del villaggio, Chiesa al centro di un labirinto: a lui stesso, a Giuntoli e, almeno per il prossimo mese e mezzo, ad Allegri trovare la strada giusta per uscirne.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - Il potenziale e il rendimento, la posizione e le sostituzioni, l’ingaggio e il contratto in scadenza tra poco più di un anno. Indubbiamente Chiesa è al centro del villaggio juventino, per parafrasare il proverbio francese reso celebre da Rudi Garcia nella sua prima stagione alla Roma , solo che è al centro di incomprensioni e dubbi. Lui, per esempio e per venire all’episodio più recente, non comprende perché debba essere "sempre il primo cambio" , come ha sottolineato - colto dalle telecamere di Dazn - dopo aver lasciato il posto a Kenan Yildiz al 65’ del derby. Effettivamente il primo bianconero a uscire (assieme a Kostic rilevato da Iling) ed effettivamente tale per la terza volta nelle ultime quattro giornate, nelle quali non è comunque mai andato oltre i 65’ giocati contro il Toro. Tre volte alle quali si potrebbe aggiungere anche la sostituzione con la Lazio in Coppa Italia, al primo slot di cambi anche se all’81’.

Chiesa frustrato, il labiale dopo il cambio di Allegri: la telecamera Juve

Juve, Chiesa scontento

Il disappunto di Chiesa per la sostituzione non è stato irrispettoso né plateale, ma il fatto che si riferisse a una situazione protratta nel tempo ("sempre") impedisce di catalogarlo solo come sfogo a caldo. Semmai è la spia di vedute diverse tra lui e Massimiliano Allegri sulle modalità del suo impiego, così come nei mesi scorsi alcune sue dichiarazioni hanno fatto trasparire vedute diverse sull’atteggiamento della squadra: da "Dobbiamo giocare così, alti e senza chiuderci: questo è calcio moderno" dopo la vittoria a Udine alla prima giornata, al commento sul 5-2 dell’Italia sulla Macedonia del Nord a novembre (con due suoi gol), quando definì le reti incassate "non un blackout, ma voglia di giocare. Ci sta di prendere gol, ma come vuole il mister c’è la bellezza di essere propositivi e di voler giocare bene".

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Chiesa, con Allegri non va: quell'invito a giocare alti e una staffetta imposta
2
Chiesa, le sostituzioni e la staffetta con Yildiz
3
Chiesa e il rinnovo con la Juve: il punto