Chiesa, le sostituzioni e la staffetta con Yildiz
Inviti ad attaccare che ricordano un po’ quelli di Michel Platini a Giovanni Trapattoni, che non impedivano però al loro rapporto di funzionare a meraviglia. Anche perché poi comunque Le Roi faceva la differenza e da regista vinceva la classifica marcatori (tre volte di fila). Chiesa invece ha segnato tre gol su azione e uno su rigore nelle ultime 24 partite tra campionato e Coppa Italia, dopo un avvio folgorante da quattro reti nelle prime cinque giornate. E l’ultimo assist è quello per il gol di Vlahovic all’Inter il 26 novembre (colpa di Dusan che avrebbe potuto aggiornare il dato nel derby, vero, ma un assist in più in quattro mesi e mezzo non avrebbe cambiato la sostanza).
E qui veniamo ai dubbi e a una delle radici delle tante sostituzioni prima del 70’: tante, ma solo una nelle prime 16 giornate. Alla 17ª Chiesa, che aveva già saltato il derby d’andata per un problema muscolare, si ferma per un fastidio al tendine rotuleo che lo tormenta per un mese, da fine dicembre a fine gennaio. Nel frattempo, proprio alla 17ª giornata a Frosinone, esplode Yildiz. Con la Juve che entra in crisi e il traguardo vitale della Champions da raggiungere, Allegri non si fida a sperimentare e a derogare dalla sicurezza del 3-5-2, così la staffetta con Chiesa diventa il modo per provare a sfruttare il talento del diciottenne turco quando l’azzurro - spesso, come si è visto - non riesce a incidere (le tre più recenti sono comunque le sue uniche sostituzioni nel primo slot di cambi in campionato).