Sofia Goggia si racconta: "L'infortunio? Un'ingiusta punizione per me ed i miei cari"

La campionessa si è raccontata in una nuova Produzione Originale Sky Sport: i dettagli

'23 Giorni. Il miracolo di Sofia Goggia' è  la nuova produzione originale di Sky Sport, che narra la straordinaria impresa olimpica della sciatrice azzurra, passata in soli 23 giorni dallo sconforto di un infortunio che pareva averle tolto ogni chance, alla medaglia olimpica di Pechino. 

Il miracolo di Sofia Goggia

Quella della campionessa di sci è stata una straordinaria storia di sport, fatta di sogni, di sacrificio e di tanta determinazione. In '23 giorni. Il miracolo di Sofia Goggia' si ritrova una narrazione sincera, dall’infortunio nel supergigante di Cortina d’Ampezzo e le tappe che l’hanno condotta a vincere l’argento Olimpico a Pechino 2022.

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Sofia Goggia: il racconto inedito tra gioia e disperazione

"Nella discesa del giorno prima stavo scendendo come una scellerata. Quando sono partita è arrivato nella zona del Gargano un vento tale, mi ricordo il vortice di neve alzato dal vento venir verso di me con i teli gonfi e non sapevo neanche come passare il palo. Errori madornali. Tagliata la linea del traguardo, luce verde davanti a tutti i miei fan italiani, davanti a quei bambini a cui avevo dato il cinque durante la ricognizione, apoteosi dello sci, apoteosi di felicità. Vedere le persone emozionate per te, che son venute a vedere la gara di Coppa del Mondo per te e per le tue compagne, per l'Italia. Non c'è nulla di più bello che sentire l'amore e il supporto dai fan", ha rivelato la campionessa. 

L'infortunio

La gioia, però, il giorno dopo lascia spazio alla disperazione: "Il giorno dopo stavo facendo il Super-G perfetto. Non avevo fatto un errore tecnico fino a quel punto. Quella cunetta in ricognizione l'avevo vista. Ma con i tagli di luce, era un pezzo dove si andava allo Scarpadon su 110 km all’ora, non l'ho presa in considerazione. Allora è stato un attimo: ho sbattuto gli occhi per entrare in quel punto, mi si sono divaricati gli sci, mi sono trovata a terra, ho impattato con il palo dopo e subito ho sentito male al ginocchio".

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La preoccupazione

"Arriva l'allenatore dalla squadra e capisce che la situazione non è proprio delle più rosee. Quando ho sentito il signore dei soccorsi dirmi ‘chiamo il toboga’ gli ho detto ‘no, non posso andare via da Cortina sul toboga’. Allora ho messo gli sci, ma da dove sono caduta fino al traguardo - dove volevo salutare i fan - non mi sentivo le gambe". Sofia decide di arrivare in fondo alla discesa da sola: "Non avevo sensibilità alle ginocchianon sentivo niente, ero come paralizzata. Mi sono tolta gli scarponi, ho visto che iniziavo a tremare e sapevo di avere qualcosa che non sarebbe stata la classica botta", ha rivelato la Goggia. 

Un'ingiusta punizione

Il racconto di Sofia prosegue dicendo: "Il dolore che provi per te stesso lo puoi sopportare, ma vedere le persone che ti amano, con quegli occhi, fa crollare anche te ed è qualcosa che io non sopporto. È quasi patologico dire io per me sopporto una cosa, un dolore allucinante ma per gli altri quasi crollo, quando invece dovresti dire cavolo sono io la persona infortunata. Invece io ho sempre vissuto l'infortunio quasi come un'ingiusta punizione nei confronti miei, ma anche nel dolore inflitto alle persone che amo". 

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Il parere medico

Il professor Herbert Schoenhuber, che è stato presidente della Commissione Medica FISI dal 1985 al 2019, ha seguito Sofia fin da piccola. Ed è stato a lui che la sciatrice ha chiamato dall’elicottero che la portava alla clinica milanese La Madonnina per un parere. "Herbert ha preso con le mani il mio ginocchio, mi ha guardato con quello sguardo, con i suoi occhi azzurri sotto gli occhialetti e mi ha detto, con il suo accento altoatesino: Qua qualcosa al crociato c’è. Ho visto Andrea Panzeri, l’attuale presidente della Commissione Medica FISI, che quasi voleva svenire mentre io sono stata zitta perché non sapevo cosa sperare, cosa provare. Allora facciamo questa risonanza ma le immagini non riuscivano a venire bene, nonostante i pesi che mi avevano messo per farmi stare ferma, perché continuavo a singhiozzare. Poi, durante l'ennesima foto, l'ennesimo esame, ho sentito la voce di Herbert da dietro, dalla sala di comando, dire: No, Sofi il crociato c'è. Sospiro di sollievo anche se poi... la verità è che il crociato c'era ancora, cioè c’era un filino che teneva uniti i due lembi". 

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Dieci giorni per tornare agli sci

Herbert mi ha detto ‘tra dieci giorni sei a sciare’. Dieci giorni? Ma come faccio, ho risposto, non riuscivo nemmeno a camminare. Ed è stato lì che Panzeri mi ha detto ‘Sofi, se tu lo vuoi ci proviamo tutti insieme’. Allora, grazie alle sue parole e a quelle di Herbert mi sono detta: ok, proviamoci, anche perché se non ci provi per le Olimpiadi per che cosa ci provi?”. Comincia così il percorso per tornare sugli sci ma la partenza delle compagne per la Cina la getta nuovamente nello sconforto. "Io sono entrata in palestra con le stampelle e, al pensiero che le altre erano a Malpensa e stavano partendo per le Olimpiadi, sono scoppiata a piangere, ma a dirotto. E mi sono accasciata a terra, stringendomi, come per non lasciarmi sola", ha raccontato la sportiva. Per poi aggiungere: "Mi sono stretta forte e ho spremuto tutte le mie lacrime, e poi, dopo uno sfogo di un quarto d'ora, mi sono rialzata e sono andata a lavorare".

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Un percorso difficile

I giorni erano pochi per tornare a sciare e presentarsi alla gara di Pechino: "È stato un percorso difficilissimo, ma a livello personale estremamente appagante per la ricchezza che ho trovato. Penso sia stata una parte dolorosissima della mia carriera, ma sicuramente il valore umano che ho trovato nelle persone che mi hanno circondata in quel percorso è qualcosa di leggendario. Fidarsi delle persone è un conto, affidarti alle persone un altro e non è facile farlo, soprattutto quando sei ad alti livelli, come me. Ho avuto persone che per me si sarebbero buttate nel fuoco e questo è l'incommensurabile valore che c'è dietro questo argento che ho vinto".

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Le piste in Cina e il fatidico click

"Cercavo di sciare il più possibile per testarmi, però le piste in Cina erano veramente difficili, con una neve di difficilissima interpretazione, era un cristallo diversissimo rispetto a quello che troviamo in Europa e anche gli atleti sani facevano fatica. Immaginatevi una come me. Con un ginocchio del genere. Sono state giornate difficilissime, anche quando sono caduta alla terza porta prima del Super-G. Ho pensato nuovamente che tutto fosse finito". Sofia però non si dà per vinta: "C'è stato un momento in cui ho fatto click ed è stato quando mi sono presentata alla ricognizione della prima prova della discesa, prova che già avevo studiato, avevo chiesto a Lindsey (Vonn) di mandarmi tutto, porte, neve, linee… poi, chiaramente dal video vedi poco, ma un'idea te la fai. Cercavo sempre uno spunto che mi potesse aiutare nel mio percorso. Allora mi sono presentata il giorno della discesa, non avevo neanche tanti dolori, con gli sci ben fatti dal mio Babi, sono entrata nella casetta di partenza e, con la sorpresa un po' di tutte, ho letto la scritta Beijing 2022. Lì ho avuto un click e mi sono detta: "Questo è il motivo che dà un senso alle mie sofferenze. Io ci sono". Ho fatto la ricognizione con un sorriso pazzesco e una serenità incredibile, ma anche la convinzione in me stessa".

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'23 Giorni. Il miracolo di Sofia Goggia' è  la nuova produzione originale di Sky Sport, che narra la straordinaria impresa olimpica della sciatrice azzurra, passata in soli 23 giorni dallo sconforto di un infortunio che pareva averle tolto ogni chance, alla medaglia olimpica di Pechino. 

Il miracolo di Sofia Goggia

Quella della campionessa di sci è stata una straordinaria storia di sport, fatta di sogni, di sacrificio e di tanta determinazione. In '23 giorni. Il miracolo di Sofia Goggia' si ritrova una narrazione sincera, dall’infortunio nel supergigante di Cortina d’Ampezzo e le tappe che l’hanno condotta a vincere l’argento Olimpico a Pechino 2022.

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