Sofia Goggia: il racconto inedito tra gioia e disperazione
"Nella discesa del giorno prima stavo scendendo come una scellerata. Quando sono partita è arrivato nella zona del Gargano un vento tale, mi ricordo il vortice di neve alzato dal vento venir verso di me con i teli gonfi e non sapevo neanche come passare il palo. Errori madornali. Tagliata la linea del traguardo, luce verde davanti a tutti i miei fan italiani, davanti a quei bambini a cui avevo dato il cinque durante la ricognizione, apoteosi dello sci, apoteosi di felicità. Vedere le persone emozionate per te, che son venute a vedere la gara di Coppa del Mondo per te e per le tue compagne, per l'Italia. Non c'è nulla di più bello che sentire l'amore e il supporto dai fan", ha rivelato la campionessa.
L'infortunio
La gioia, però, il giorno dopo lascia spazio alla disperazione: "Il giorno dopo stavo facendo il Super-G perfetto. Non avevo fatto un errore tecnico fino a quel punto. Quella cunetta in ricognizione l'avevo vista. Ma con i tagli di luce, era un pezzo dove si andava allo Scarpadon su 110 km all’ora, non l'ho presa in considerazione. Allora è stato un attimo: ho sbattuto gli occhi per entrare in quel punto, mi si sono divaricati gli sci, mi sono trovata a terra, ho impattato con il palo dopo e subito ho sentito male al ginocchio".