Chiara Ferragni e i social media
Chiara ha speso due parole anche sulla pericolosità dei social media: “I social media sono fantastici quando tutto va bene e diventano un incubo quando tutto va male, di questo bisogna esserne consapevoli, ma quando lo si prova sulla propria pelle è sempre molto diverso. È un po’ un gioco, quando sono tutti lì ad osannarti naturalmente ci si sente invincibile, mentre quando si viene criticati aspramente, anche a ragione volte, è tutto più difficile, ci si sente accerchiati”. Nel corso dell'intervista a Che tempo che fa, non si poteva non parlare anche alle recenti vicende che hanno travolto l'imprenditrice: “Il 15 dicembre 2023, quando c’è stata la sentenza dell’Antitrust, è stato uno spartiacque. Fino a quel momento pensavo di aver fatto delle classiche operazioni commerciali in totale buonafede e pensavo di non aver fatto nulla di sbagliato. In quel momento mi sono resa conto che evidentemente se alcune persone avevano frainteso le mie intenzioni, quello che avevo detto e scritto, voleva dire che le cose dovevano essere fatte in un altro modo e dovevano essere fatte meglio”.
La versione di Chiara Ferragni sul caso pandoro Balocco
L'imprenditrice ha voluto dire la sua anche sulla questione dell’operazione del pandoro Balocco, precisando: “In fase contrattuale abbiamo chiesto che venisse fatta questa donazione di 50mila euro, ma a noi faceva comunque piacere comunicare la beneficenza. Siamo dell’idea che la beneficenza non sempre debba essere fatta in maniera privata, io stessa l’ho fatta privatamente tante volte, però quando la si fa pubblicamente può creare fenomeni di emulazione, può accendere un faro su delle cause sociali". Poi ha aggiunto: "A me è successo a Sanremo, quando ho deciso di devolvere il mio intero cachet all’associazione D.i.Re., che si occupa di aiutare donne che subiscono violenza fisica, psicologica, economica, e non mi sono limitata a donare il cachet, ma ho cercato di farle parlare in tutte le sedi possibili. La stessa cosa è successa durante il Covid, per creare effetti emulativi, quando io e Federico abbiamo fatto una donazione iniziale di 50mila euro l’uno, che se non avessimo comunicato sarebbe rimasta a 100mila euro. Nel caso del pandoro Balocco, se effettivamente c’è stato un fraintendimento e le persone hanno capito male, le cose potevano essere fatte meglio, c’è stato un errore”...