Facciamo un gioco di fantasia. Immaginiamo di essere all’ultimo minuto di una finale dei Mondiali. La tensione è al massimo, il risultato ancora in bilico. Una delle due squadre segna un gol, ma l’azione è viziata da uno “step on foot” simile a quello di Piccoli su Thiaw in Lecce-Milan. Cosa sarebbe meglio fare? Come dovrebbe comportarsi l’arbitro? Il Var dovrebbe intervenire? Il presupposto è abbastanza semplice: tutti gli addetti ai lavori hanno avuto la sensazione che quello del Via del Mare fosse un gol buono. O meglio: che l’annullamento non fosse la scelta più giusta.
Una sensazione spontanea, quasi di pancia. Un’altra percezione generale, che si fa largo in Italia e all’estero (soprattutto in Inghilterra), è che il Var stia modificando, alterando, secondo alcuni persino rovinando il gioco del calcio. Di sicuro il calcio sta cambiando, e l’arbitraggio anche. Negli ultimi anni, da quando è stata introdotta la tecnologia, si è provato a rendere il più possibile “oggettiva” l’applicazione del regolamento.
L'obiettivo del Var
L’obiettivo? Rendere più comprensibili le decisioni e nello stesso tempo aiutare gli arbitri a prenderle, adottando uniformità di giudizio su episodi simili. Il rischio di un tale modo di procedere è oltrepassare il limite, alterando lo spirito di questo sport. Un esempio di circostanza che si è provato a rendere “insindacabile” è proprio lo step on foot. A mio giudizio, però, questo si configura solamente quando c’è una contesa del pallone rasoterra: chi arriva primo toglie la possibilità all’avversario di giungere a sua volta sul pallone e commette un fallo oggettivo (il classico “pestone”). Nel caso di Lecce, non c’è una vera contesa per arrivare sul pallone: questo è in volo, ed entrambi lo seguono con lo sguardo. Una contesa c’è, ma per prendere posizione, come accade spesso sui lanci lunghi e i calci da fermo: Piccoli pesta involontariamente il piede di Thiaw, il quale non reclama il fallo. A Open Var, Rocchi ha specificato che il regolamento in questi casi non distingue tra volontarietà e involontarietà.