È già passato quasi un anno dalla morte di Gianluca Vialli. L'ex bomber di Sampdoria e Juventus, tra le altre, ci ha lasciato lo scorso 6 gennaio a causa del tumore al pancreas, ma il suo ricordo rimane indelebile nella mente e nei cuori degli appassionati e di tutti coloro che gli hanno voluto bene. Tra questi c'è sicuramente l'amico fraterno Massimo Mauro, con il quale ha dato vita nel 2003 alla Fondazione che raccoglie soldi da destinare alla ricerca sulla SLA e alla prevenzione e cura del cancro.
Mauro e l'ultimo saluto a Vialli
L'ex centrocampista racconta a La Stampa gli ultimi momenti vissuti insieme all'amico: "Massimo è tardi, devi andare a prendere l'aereo", "Luca mi fermo ancora un po'". "No, vai". "Va bene, passo il Natale a casa con i ragazzi e torno a trovarti", "No, Massimo. Io e te non ci vedremo più". Questo il fitto dialogo tra i due quando Mauro andò a trovare Vialli nella sua stanza del del Royal Marsden Hospital. Il quadro clinico era ormai disperato e l'ex attaccante ne era ben consapevole. Massimo era corso a Londra al capezzale di Gianluca dopo una telefonata della moglie, che gli aveva fatto capire che era arrivato il momento dei saluti: "Mi aveva chiamato la moglie Cathryn, ‘Massimo vieni a Londra'. Soffriva moltissimo Luca, aveva dieci minuti di lucidità, poi doveva ricorrere alla morfina. Gli ho dato un bacio, me ne sono andato e ho chiamato subito Mancini. L'ho rivisto nella bara, l'abbiamo portata io, Mancio, i fratelli di Luca e Nando, il suo amico storico di Cremona. Suonavano La Canzone del Sole di Battisti e un pezzo di Morricone, li aveva scelti lui".