
Dopo la riabilitazione tardiva di Platini, diversi anni dopo averlo eliminato da ogni possibile candidatura alle cariche che contano (volete mettere l’importanza per la storia del calcio mondiale degli attuali capi di Uefa e Fifa rispetto all’umile Michel?) e quella in arrivo di Paratici rispetto a quei tempi così lontani in cui la giustizia sportiva considerava ancora la celerità più importante rispetto alla certezza del diritto, non possiamo pretendere dai nostri coraggiosi media anche un approfondimento sulla sentenza della Cassazione relativa alla vicenda che ha rovesciato il calcio italiano ormai quasi vent’anni fa. E infatti i nostri eroi non tradiscono e non ci sorprendono, si parla di nuove stelle da mettere sulla maglia – ma sì, una più una meno - in caso di decima Coppa Italia, dei “20 scudetti” e così via, cancellando o relegando in spazi introvabili la sentenza sopra citata: richiesta di risarcimento del Bologna e risposta negativa della Corte perché non c’è mai stata prova di alcuna alterazione della classifica finale. Sbalorditivo, potrebbe pensare qualcuno rimasto al racconto del 2006 su quei mostri che decidevano i risultati di partite e campionato. E invece nulla, quando va bene qualche trafiletto qua e là. E allora, verrebbe da dire, cosa rimane?

Ok la soluzione individuata nel reato di pericolo, cioè non dimostriamo che tu abbia effettivamente alterato qualcosa ma è sufficente sapere che ci hai provato – e se poi arrivano le telefonate che dimostrano che ci provavano tutto poco importa, ormai stiamo processando te -, ma il succo rimane: non si è ancora capito, dopo avere visionato filmati delle partite, video dei sorteggi spariti e ricomparsi un po’ ammaccati, dopo avere ascoltato centinaia di telefonate, in quale match l’effetto Moggi – i nostri eroi la chiamavano “Moggiopoli”, mica Calciopoli, - abbia influenzato l’esito dell'incontro. Senza rivivere la vicenda infinita, ben nota a pochi e mal conosciuta dalla maggioranza, e dopo avere letto le solite diatribe tra juventini e interisti, va chiarito che sul tema si mischia tutto, ma va sempre tenuto ben presente che che la questione dei titoli revocati alla Juve va tenuta ben distinta dal tragicomico torneo assegnato in segreteria ai nerazzurri: se infatti sui titoli bianconeri il dibattito è aperto perché le sentenze affermano il tentativo di frodare, pur se non è chiaro come condizionare i tornei senza alterare la classifica, sull’assurdità di mantenere il tavolino c’è davvero poco da disquisire.