Pagina 1 | Pulisic-Pochettino, è scontro: "È il migliore? Lo dimostri, non sono un manichino"

Dopo il caso Acerbi, un’altra nazionale fa i conti con i dissidi interni: stavolta è il turno degli Stati Uniti, a poche ore dal debutto in Gold Cup. Al centro della polemica il ct Mauricio Pochettino e il capitano Christian Pulisic, divisi da visioni opposte sulla gestione del calendario estivo. E le parole del tecnico non lasciano spazio a interpretazioni. L’esordio degli Stati Uniti è in programma nella notte tra il 15 e il 16 giugno contro Trinidad e Tobago. A seguire, i match contro Arabia Saudita (20 giugno) e Haiti (23). L’obiettivo è chiaro: confermarsi campioni continentali dopo il trionfo del 2021, ma la frattura tra l’allenatore e il capitano rischia di turbare gli equilibri.

Pulisic-Pochettino, cos'è successo

 Alla vigilia della Gold Cup, torneo continentale della Concacaf, è scoppiato un caso che coinvolge il commissario tecnico Pochettino e il leader tecnico della squadra, Christian Pulisic. Le divergenze tra i due sono esplose pubblicamente, alimentate da dichiarazioni incrociate che gettano ombre sulla serenità dello spogliatoio a stelle e strisce. Il tutto è nato per la richiesta del capitano di voler giocare le amichevoli e riposare per la competizione. “Ho bisogno di riposo, ho giocato quasi 120 partite in due anni”, aveva dichiarato Pulisic a CBS, esprimendo sorpresa per la decisione del Ct. Una versione che non ha convinto il tecnico argentino.

Pochettino: "Non spetta ai giocatori decidere"

La replica di Pochettino è stata netta, a tratti persino tagliente: “Capisco Pulisic, lo rispetto, ma non ho bisogno che lui capisca noi”, ha detto il ct. “I giocatori devono seguire il nostro piano, non dettarlo. Abbiamo un’intera struttura che valuta il loro stato fisico. È stata una nostra decisione tenerlo fuori dalle amichevoli, ma l’obiettivo era portarlo anche alla Gold Cup”. Dietro la polemica si nasconde una diversa visione dei ruoli: da un lato un giocatore esperto che rivendica il diritto al riposo, dall’altro un allenatore che riafferma la centralità del proprio ruolo e dell’autonomia tecnica.

Se la prima parte dell’intervento di Pochettino era improntata a una certa diplomazia, il seguito ha assunto toni ben più diretti: “Voi dite che è il nostro miglior giocatore”, ha detto ai giornalisti, “ma deve dimostrarlo. Non è che se dice di voler giocare o riposare, allora si fa come dice lui. Io sono il ct, non un manichino”. Parole forti, che suonano come un messaggio non solo a Pulisic, ma a tutto il gruppo. L’ex allenatore di PSG, Tottenham e Chelsea, arrivato alla guida degli USA con l’obiettivo di alzare l’asticella in vista del Mondiale 2026 in casa, sembra voler marcare il territorio con decisione.