Avrebbe mai immaginato il 21 marzo, quando la società ha licenziato anche il subentrato Sampaoli dopo Lopetegui, di ritrovarsi un paio di mesi dopo in finale di Europa League?
«Le cose purtroppo non stavano andando per niente bene. C’è stato un momento in cui eravamo addirittura a due punti dalla zona retrocessione. Incredibile: noi invischiati nella lotta per sfuggire alla relegazione. Tre allenatori diversi in sette mesi. Ma il calcio è fatto anche di queste cose...».
Qual è stato il segreto dell’umile basco Mendilibar?
«Ha portato il suo contributo di idee parlandoci con estrema franchezza. È una persona che dice pane al pane e vino al vino. Ha riportato il bianco nel bianco e il nero nel nero. Con lui non c’è il grigio chiaro né quello scuro. Discorsi semplici e molto concreti. Senza complicazioni. Ognuno gioca nel proprio ruolo. E ora andiamo a Budapest con il massimo rispetto per la temibile Roma ma fiduciosi di poter regalare ai nostri magnifici tifosi un’altra grande gioia».
Ci sarà una squadra italiana anche nelle altre due finali europee: l’Inter in Champions e la Fiorentina in Conference League.
«Ho sempre apprezzato il vostro calcio. In Croazia siamo “amanti” dell’Italia. Ho sentito dire che un Mondiale senza gli azzurri è come la Formula 1 senza la Ferrari: io sposo completamente questa sentenza. Ma il calcio va avanti e non si ferma mai. Ecco, questo triplice approdo italiano nelle finali delle Eurocoppe rappresenta un segnale molto positivo, una sorta di riscatto dopo l’eliminazione dal Qatar. In una partita secca, in una finale, l’Italia fa ancora più paura... Faccio il tifo per l’Inter e spero che la Fiorentina vinca a Praga contro il West Ham. Ma io e il mio Siviglia dobbiamo assolutamente impedire il tris alla Roma, ovvio... ».
Manchester City-Inter sembra tuttavia una partita “ingiocabile” come si dice nel mondo degli allibratori.
«Io invece penso che gli inglesi, indubbiamente favoriti, non avranno vita facile. In gara secca, attenzione alle sorprese. L’Inter è un’ottima squadra, l’abbiamo visto nella semifinale-derby col Milan: ha vinto due volte, sommando i risultati il punteggio aggregato è 3-0. Il City ha pareggiato a Madrid e poi travolto gli spagnoli in Inghilterra: totale 5-1. Non c’è grande differenza, anzi un solo gol di scarto. Sento dire che le probabilità di vittoria degli inglesi sono nell’ordine dell’80 per cento. Ma a Istanbul non sarà così. Io dico 55-45, massimo 60-40 per il City. Sarà una partita combattuta, molto livellata ed equilibrata. L’Inter è una rivale complicata per gli inglesi».
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Inoltre c’è quella statistica in cui nelle ultime 10 finali di Champions League c’è sempre stato in campo o in panchina un croato nella squadra che ha alzato il trofeo...
«Questo è un grande orgoglio per me e per la mia patria che sfiora i 4 milioni di abitanti. Spero che il mio amico “Brozo” confermi questa tradizione. Ma anche la Spagna, grande Paese di quasi 50 milioni, ha sempre piazzato un giocatore fra i vincitori delle ultime 10 Champions. Nel City ora c’è Rodri: in Turchia sarà un vero spareggio».