Ciao Kean, la parabola di Moise e l'avvento di Yildiz: la strategia Juve sul mercato

L'attaccante italiano, frenato da un oscuro infortunio dopo un promettente avvio di stagione, si sta convincendo a partire: le possibili destinazioni. Intanto la Salernitana ci riprova per Nicolussi Caviglia

TORINO - La bella (e promettente) stagione di Moise Kean è durata lo spazio di mezzo girone d’andata. Quello in cui la gamba correva energica e in cui solo la tecnologia era in grado di fermare la sua poderosa corsa verso il gol. Era il settembre in cui si prese perfino la titolarità della Nazionale, dopo un intenso colloquio alla Continassa con ct Spalletti, e in cui Allegri gli affidò la titolarità nell’attacco bianconeri, complici pure gli acciacchi assortiti di Chiesa e Vlahovic.

Insomma, il ragazzo, scavallati i 23 anni, sembrava finalmente entrato nell’epoca della maturità e della consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità. Solo che la miccia si è presto consumata senza che le sue potenzialità siano esplose compiutamente e indubitabilmente. E, così, i suoi giorni calcistici si sono inabissati nell’oblio indotto da un problema fisico piuttosto oscuro - un non meglio precisato guaio alla tibia - che viene gestito con il ricorso a consulti specialistici (l’ultimo una settimana fa a Barcellona) senza che però si intravveda una possibilità concreta di rientro in gruppo. Almeno allo stato attuale delle cose. In mezzo c’è stata la nascita del figlio Marley, una “notiziola” che ha sorpreso tutti alla Juventus talmente l’aveva tenuta segreta e una intervista-confessione a Dazn... Sul campo, invece, più nulla.

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Kean, il Monza in pressing. Fiorentina e Bologna insistono

Mentre, peraltro, ha cominciato a brillare sempre più splendente la stella di Yildiz che ha prepotentemente scalato le gerarchie senza far sentire la mancanza dell’attaccante azzurro. Anche per questo, dunque, tanto l’entourage di Kean quanto i dirigenti bianconeri hanno cominciato a prendere seriamente in considerazione l’eventualità (più che l’ipotesi) di una cessione. Per ragioni diverse ma, alla fine, convergenti: il giocatore perché spera di garantirsi maggiore continuità d’impiego in modo da mantenere chances azzurre in vista dell’Europeo, la Juve per non veder deprezzare il capitale e, comunque, per valutare ulteriormente le sue potenzialità in prospettiva futura.

Scartata l’ipotesi Salernitana, restano in piedi quelle che portano a Monza e, soprattutto a Firenze che rappresenta la soluzione preferita da Kean. I viola, peraltro, sono disposti ad accollarsi un prestito oneroso, soprattutto nel caso in cui si concretizzi il passaggio di Nzola all’Empoli. A Monza, invece, Kean potrebbe rappresentare una chiave con cui aprire il discorso relativo ad Andrea Colpani, centrocampista in forte ascesa che la Juve segue con attenzione da tempo. I discorsi, insomma, sono ben avviati sebbene la sensazione sia che questa trattativa potrebbe protrarsi fino agli ultimi giorni di mercato anche per valutare eventuali alternative di cessione definitiva, magari in Premier League. E occhio pure al Bologna.

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Nicolussi Caviglia, la situazione aggiornata

Non sembra da monitorare in uscita, invece, la situazione che riguarda Hans Nicolussi Caviglia, il centrocampista richiesto dal Monza e dalla Salernitana che spinge per un suo ritorno in granata. La Juventus ha opposto un fermo rifiuto a ogni richiesta poiché il giocatore viene considerato centrale nello scacchiere di Allegri anche in considerazione del fatto che rappresenta la prima alternativa a Manuel Locatelli. Senza trascurare, tra l’altro, che Nicolussi non ha nessuna fretta di cambiare aria e che gradisce questo percorso di crescita sotto la guida di Max Allegri.

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TORINO - La bella (e promettente) stagione di Moise Kean è durata lo spazio di mezzo girone d’andata. Quello in cui la gamba correva energica e in cui solo la tecnologia era in grado di fermare la sua poderosa corsa verso il gol. Era il settembre in cui si prese perfino la titolarità della Nazionale, dopo un intenso colloquio alla Continassa con ct Spalletti, e in cui Allegri gli affidò la titolarità nell’attacco bianconeri, complici pure gli acciacchi assortiti di Chiesa e Vlahovic.

Insomma, il ragazzo, scavallati i 23 anni, sembrava finalmente entrato nell’epoca della maturità e della consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità. Solo che la miccia si è presto consumata senza che le sue potenzialità siano esplose compiutamente e indubitabilmente. E, così, i suoi giorni calcistici si sono inabissati nell’oblio indotto da un problema fisico piuttosto oscuro - un non meglio precisato guaio alla tibia - che viene gestito con il ricorso a consulti specialistici (l’ultimo una settimana fa a Barcellona) senza che però si intravveda una possibilità concreta di rientro in gruppo. Almeno allo stato attuale delle cose. In mezzo c’è stata la nascita del figlio Marley, una “notiziola” che ha sorpreso tutti alla Juventus talmente l’aveva tenuta segreta e una intervista-confessione a Dazn... Sul campo, invece, più nulla.

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