Inter, bivio Sanchez: la verità dopo la Supercoppa

Mai il cileno aveva giocato così poco. Il club nerazzurro non intende toccare l’attacco, ma se è il giocatore a volere l’addio c’è la carta Carboni

MILANO - Il “Leone” è rimasto in gabbia pure a Monza dove - non una novità a latitudini nerazzurre - ha banchettato la “ThuLa”, con Marcus Thuram e Lautaro Martinez che hanno messo la firma (tra gol, assist e rigori procurati) in tutte e cinque le reti interiste. Alexis Sanchez soffre in silenzio: quando l’Inter lo ha ripreso, ha giurato ai dirigenti di non dare problemi, essendo consapevole del ruolo di quarta punta in organico, ma il fatto di essere diventato un soprammobile (8 presenze in A, 1 da titolare per un totale di 158’ in campo) non può certo fargli piacere. In Cile - dove è considerato una divinità - hanno gridato allo scandalo per il suo scarso utilizzo (mai aveva giocato così poco nelle 16 stagioni in Europa, con l’eccezione del 2019/20, quando però rimase fuori 4 mesi per infortunio), mentre in Arabia continuano a confidare che i reiterati rifiuti arrivati nelle scorse settimane, possono trasformarsi in un sì entro la fine del mercato.

L’Inter, che non ha intenzione di toccare la batteria degli attaccanti (come ribadito da Marotta prima della gara col Monza), rimane in surplace. E Simone Inzaghi, da abile psicologo quale è, nella notte da fuochi d’artificio della “ThuLa” ha dedicato parole di zucchero ai dei due riservisti in servizio (quasi) permanente: "Si è parlato tanto degli attaccanti ma io sono contentissimo di Arnautovic e Sanchez - ha sottolineato l’allenatore - Si stanno allenando nel migliore dei modi, hanno trovato nel girone d’andata Lautaro e Thuram che hanno fatto benissimo. Arnautovic ha fatto cose importanti, Sanchez ha trovato un gol in Champions e col Verona ha fatto giocate di qualità. Sono sicuro si ritaglieranno spazi importanti, devono continuare a lavorare così".

Quel gol alla Juve

Facile pensare che a Sanchez, essendo vigilia di Supercoppa, torni in mente quel gol alla Juve che ha consegnato il primo trofeo da interista a Inzaghi (12 gennaio 2022). Al ritorno dall’Arabia sarà tempo di scelte, in primis da parte del giocatore che, se pure a Riad dovesse restare ai margini, potrebbe davvero iniziare a guardarsi intorno anche perché - alla luce dell’ottima ultima stagione a Marsiglia - potrebbero essergli recapitate offerte ben più allettanti rispetto a un pre-pensionamento dorato in Saudi League. Per questo, nonostante le smentite, non tramonterà fino al gong di mercato la possibilità che Valentin Carboni possa tornare con sei mesi di anticipo alla base, gioco a incastri favorito dagli ottimi rapporti con Galliani e dal possibile sbarco a Monza di Radonjic.

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