Per alcuni sarà la gara del congedo dai colori bianconeri, per altri un fiacco capitolo di fine stagione con in bilico semmai una qualificazione pendente tra Europa e Conference League. Ma per qualcuno, ancora, la trasferta di domenica sera a Udine rappresenterà un auspicato trampolino di lancio. Intendiamoci: un talento puro del calibro di Fabio Miretti, classe 2003 che vanta già 46 presenze agli ordini di Allegri, di cui ben 25 da titolare, non ha bisogno di lanciare per aria biglietti da visita. Semmai di trovare quell’ulteriore iniezione di fiducia che gli consenta di avvicinare il definitivo salto di qualità. Fiducia che, nel suo caso, fa inesorabilmente rima con gol.
Miretti, un gol per il futuro
Un’abitudine di cui si è sempre cibato nella lunga trafila a Vinovo, tanto agendo da trequartista quanto arretrando in mediana, un dettaglio che non ha ancora sbloccato da quando è approdato in prima squadra. O, meglio, ci sarebbe anche riuscito un mese fa con il Lecce, quando però il Var gli ha strozzato l’urlo in gola per un alluce in fuorigioco. E questa mancanza, a vivisezionare le sue prestazioni, inizia a pesare, perché aumenta il nervosismo e l’insofferenza in campo del 19enne saluzzese, soprattutto quando si ritrova il pallone tra i piedi negli ultimi venti metri.