"Juve, Samardzic sarà un top player europeo", parla l'ex compagno di squadra

Intervista a Marvin Zeegelaar: "Lavora ad alta intensità. Vederlo da vicino in allenamento tutti i giorni è stato uno spettacolo"
"Juve, Samardzic sarà un top player europeo", parla l'ex compagno di squadra© LAPRESSE

«Samardzic è davvero fortissimo. Vederlo da vicino in allenamento tutti i giorni è stato uno spettacolo. Lazar ha un grandissimo futuro davanti a sé e sono sicuro che diventerà un top player internazionale». Firmato Marvin Zeegelaar, che nelle ultime due stagioni ha giocato nell’Udinese insieme al gioiello tedesco naturalizzato serbo. Il classe 2002 è sempre più in rampa di lancio e piace tanto alla Juventus, che lo tiene d’occhio in vista del mercato invernale. Cristiano Giuntoli - non è un mistero - ha un debole da un paio d’anni (aveva provato a ingaggiarlo più volte al Napoli) per il talento nato a Berlino. Chi meglio del laterale mancino olandese classe 1990 (vanta oltre 70 presenze in Serie A col club friulano) per conoscere da vicino tutti i segreti del nuovo obiettivo di mercato della Vecchia Signora.

La principale qualità che le viene in mente di Samardzic?
«Sono tante. Al primo posto metto il dribbling: quando ti punta palla al piede, è dura fermarlo. Ma ne ha anche altre di doti importanti…».

Quali?
«Il primo tocco di palla, in cui intuisce subito la lettura del gioco e poi come calcia in porta. Sa farlo molto bene, da tutte le posizioni e con entrambi i piedi».

Insomma, un top player…
«Lazar ha tutto, non gli manca niente per diventarlo. Anzi lo diventerà, ne sono certo».

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In cosa invece deve ancora un po’ crescere?
«Gli manca solo un po’ di esperienza e malizia, ma quelle arrivano col tempo. Nel corso delle prossime stagioni le acquisirà sicuramente, visto che ha solo 21 anni».

Com’è Samardzic negli allenamenti?
«Intenso. Si allena sempre nel modo giusto e spinge al massimo. Poi quando lo vedi fare certe giocate, resti a bocca aperta…».

Talento ma anche mentalità di chi vuole arrivare in alto.
«Esatto. Lazar ha anche la testa del grande giocatore, non solo i piedi. È professionale e cattivo, ma nel senso giusto del termine, ovvero affamato nel migliorarsi per fare sempre meglio».

A Udine ha trovato l’ambiente ideale per esplodere?
«Si, l’Udinese è il club giusto per crescere. C’è una società molto ben organizzata, che è bravissima ogni volta a trovare giocatori destinati a diventare dei diamanti».

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L’ultimo in tal senso a spiccare il volo è stato Udogie.
«Con Destiny, così come Samardzic e Lovric, mi continuo a sentire e sono felicissimo di averlo visto debuttare da titolare nella nazionale italiana. So quanto ci teneva. Udogie è veramente molto forte e sta facendo benissimo in Premier League col Tottenham. È destinato a diventare uno dei migliori terzini sinistri al mondo».

Torniamo a Samardzic: ci racconta com’è caratterialmente?
«Lazar è un ragazzo semplice, uno di quelli che sta bene con tutti. Lo trovi allegro, sempre sorridente e felice. Samardzic, inoltre, è davvero simpatico: con lui si ride e si scherza. Attenzione: è anche molto disciplinato, quando bisogna lavorare e allenarsi. Sul campo ha grande rispetto dei giocatori più vecchi: ci ascoltava e chiedeva spesso dei consigli».

Diamo uno sguardo alla Serie A: chi vince lo scudetto?
«Sono passate soltanto otto giornate e naturalmente è ancora presto, ma seguo sempre con grande attenzione il calcio italiano. Finora ho visto molto bene le due milanesi e la Juve. Favorita per il titolo? Serve ancora un po’ per dirlo, ma saranno loro tre a giocarsi il campionato fino alla fine».

E la sua ex Udinese?
«È indietro in classifica, ma faccio il tifo affinché si riprenda subito e risalga presto verso posizioni migliori».

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Samardzic piace molto alla Juve: è già pronto per fare il salto in un top club?
«Uno come lui può giocare in tutte le grandi squadre e pure facilmente. Non ho dubbi: il talento di Samardzic farebbe comodo a qualunque big e perciò anche alla Juve. Quando giochi e ti alleni con Lazar hai la fortuna di scoprire e veder bene da vicino il suo valore, che è altissimo».

Tatticamente da una bianconera all’altra cambierebbe poco, visto che anche l’Udinese gioca col 3-5-2.
«A Udine giocavamo così in questi due anni, perciò quello della mezzala è un ruolo che fa già e conosce bene».

Veniamo a lei: cosa ci fa ancora senza squadra?
«A giugno è scaduto il contratto con l’Udinese e sono al momento svincolato. Mi sto allenando tutti i giorni per farmi trovare pronto, non appena arriverà la chiamata giusta. Qualche richiesta c’è stata da parte di club stranieri, ma non ho trovato l’accordo».

Le piacerebbe continuare in Serie A?
«Mi trovo molto bene in Italia. Se trovo un’opportunità interessante, la mia priorità va al calcio italiano. Apprezzo molto la passione che avete, per questo vorrei proseguire il percorso fatto nei 3 anni con l’Udinese».

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«Samardzic è davvero fortissimo. Vederlo da vicino in allenamento tutti i giorni è stato uno spettacolo. Lazar ha un grandissimo futuro davanti a sé e sono sicuro che diventerà un top player internazionale». Firmato Marvin Zeegelaar, che nelle ultime due stagioni ha giocato nell’Udinese insieme al gioiello tedesco naturalizzato serbo. Il classe 2002 è sempre più in rampa di lancio e piace tanto alla Juventus, che lo tiene d’occhio in vista del mercato invernale. Cristiano Giuntoli - non è un mistero - ha un debole da un paio d’anni (aveva provato a ingaggiarlo più volte al Napoli) per il talento nato a Berlino. Chi meglio del laterale mancino olandese classe 1990 (vanta oltre 70 presenze in Serie A col club friulano) per conoscere da vicino tutti i segreti del nuovo obiettivo di mercato della Vecchia Signora.

La principale qualità che le viene in mente di Samardzic?
«Sono tante. Al primo posto metto il dribbling: quando ti punta palla al piede, è dura fermarlo. Ma ne ha anche altre di doti importanti…».

Quali?
«Il primo tocco di palla, in cui intuisce subito la lettura del gioco e poi come calcia in porta. Sa farlo molto bene, da tutte le posizioni e con entrambi i piedi».

Insomma, un top player…
«Lazar ha tutto, non gli manca niente per diventarlo. Anzi lo diventerà, ne sono certo».

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