Giuntoli e mercato Juve: ecco perché il dt avrà più margine per intervenire

L’immobilismo necessario del 2023 sarà superato con la qualificazione alla Champions e non solo: al di là delle cessioni, la dirigenza disporrà di più risorse e tempo: i dettagli

TORINO - La Juventus della Generazione Z al potere vuole continuare a investire nel proprio futuro. Anche sul mercato. Certo, il delicato momento storico attraversato impone una severa razionalizzazione dei costi. E la sostenibilità resta la stella più luminosa a indicare il cammino nel cielo sopra la Continassa. Ma Cristiano Giuntoli, la prossima estate, avrà un margine di manovra per incidere sull’organico superiore a quello che lo aveva costretto a un sostanziale immobilismo nel 2023. Vuoi perché, questa volta, il direttore tecnico arriverà a giugno avendo potuto programmare la sessione. Vuoi perché, nei prossimi mesi, è piuttosto probabile che Torino accolga alcuni dei suoi fedelissimi, con cui i rapporti sono già oliati. E vuoi perché, nonostante tutto, ci sarà la possibilità di staccare qualche assegno importante.

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Un’indicazione di rilievo, in questo senso, arriva dalla recente semestrale, che pure evidenzia una perdita di 91,5 milioni. Il trend, in realtà, induce a un cauto ottimismo: i costi sono in evidente calo, i ricavi risentono in primo luogo di una mancata partecipazione alle coppe che alla Juventus auspicano sia un fatto eccezionale. E non è tutto. "Tra le note, infatti, si legge come l’obiettivo dell’utile sia fissato per la stagione 2026/2027, un orizzonte anche più ampio rispetto alle attese – il pensiero del professor Fabrizio Bava, ordinario in Economia Aziendale all’Università di Torino, dove insegna Bilancio d’esercizio e Revisione aziendale –. È dunque lecito immaginare che non siano stati previsti sacrifici eccellenti, ma che eventuali cessioni possano avvenire per scelta e non per forza. E che il percorso della sostenibilità venga perseguito in maniera graduale, con l’ambizione anche di qualche investimento, per non compromettere i risultati sportivi. Da questi ultimi, d’altronde, lo stesso bilancio in buona parte dipende, a partire dagli introiti assicurati dalla partecipazione alla Champions League".

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Ecco, appunto. La prospettiva di un immediato ritorno nell’Europa che conta è quantomai concreta, ma non ancora scolpita nella pietra. E, allo stesso modo, pesa l’attuale incertezza sulla partecipazione alla prima edizione del Mondiale per Club. Incognite che impediscono di avanzare ipotesi sulla cifra di cui Giuntoli potrà disporre per rinforzare la squadra in estate, ammontare che inevitabilmente dipenderà anche dal volume delle cessioni. Che pure ci saranno, naturalmente, perché è fisiologico che un 10-15% dei ricavi derivi ogni anno dalla voce plusvalenze, a maggior ragione nel quadro di un club come quello bianconero che vanta oggi un patrimonio tecnico di grande rilevanza. E proprio il “fattore Next Gen”, che tanti giovani di livello sta forgiando, non potrà che contribuire a migliorare, di stagione in stagione, i conti bianconeri: vuoi con ricche plusvalenze in caso di cessioni, vuoi con un nutrito risparmio in contumacia invece di promozioni in prima squadra. Una tendenza cui spinge anche la politica in corso dei rinnovi di contratto, che genera un abbassamento degli ammortamenti annuali, cui si unisce la graduale estinzione degli accordi sanciti dal “vecchio corso” bianconero. Per comprendere il margine di manovra tra le mani di Giuntoli in estate, pur in maniera un po’ semplicistica, è sufficiente pensare a quanto spazio salariale libererà tra quattro mesi l’ingaggio di Alex Sandro. O la conferma della conclusione del caso giuridico di Pogba. O la soluzione del rebus Arthur. E così via.

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