Juve, i contratti in scadenza nel 2025: scenari diversi ma c'è una costante

TORINO - Si preannuncia un’estate calda per Cristiano Giuntoli, direttore tecnico della Juventus. Non soltanto per le operazioni in entrata e uscita, complicate di loro peraltro. Dovrà occupare parecchio del proprio tempo anche per chi in teoria non dovrebbe avere problemi di sorta. Stiamo parlando di quei giocatori che come Szczesny hanno il proprio contratto in scadenza a giugno del 2025, ovvero al termine della prossima annata che potrebbe scavallare in luglio, con la parte finale del Mondiale per club negli Stati Uniti a cui la Juventus parteciperà in rappresentanza dell’Italia con l’Inter.

Juve, la situazione rinnovi

Ma il problema vero non saranno le eventuali due settimane di luglio extra contratto, bensì cosa si deciderà di fare per l’anno seguente. E dunque tra la fine del prossimo mese di maggio e agosto si dovranno intavolare e imbastire operazioni destinate a mettere a fuoco meglio i rapporti in essere per capire se decidere di allungarli o magari prendere in considerazione eventuali offerte da parte di altri club.

Danilo, McKennie e Chiesa: chi ha più possibilità

L’elenco non è corto come potete leggere: oltre al portiere polacco ecco infatti Perin, Pinsoglio (con cui c’è già un’intesa di massima per proseguire altre due stagioni), Kean, McKennie, Chiesa, Danilo, Iling e De Sciglio. Dunque una situazione articolata e variegata in cui esistono dei distinguo enormi. Anche se c’è un minimo comun denominatore: in caso di offerta molto interessante nessuno di questi bianconeri è considerato incedibile. Uno status che al momento, di fatto, appartiene soltanto a Yildiz, non foss’altro per l’enorme potenziale ancora inespresso per cui cederlo ora significherebbe rischiare di svenderlo.

Tra i nomi presenti in questa lista di nove giocatori quello che, Szczesny a parte, ha maggiori probabilità di prolungare è Danilo, quindi a seguire McKennie e Chiesa. Ma ci sarà comunque una costante in tutte le future situazioni: il fatto che i giocatori dovranno accettare di guadagnare meno. I livelli retributivi concessi in passato non sono infatti in linea con la spending review lanciata dalla nuova governance.