Rabiot, il rinnovo Juve e il fattore Allegri: Giuntoli valuta l’intreccio di mercato

Il centrocampista in scadenza non toglie i dubbi sul futuro. Max o Thiago Motta in panchina? Cosa potrebbe cambiare

TORINO - In un anno circa, mese più o mese meno, quanto è cambiato il derby di Torino, almeno per la Juventus. L’azione in pieno recupero non concretizzata da Rabiot ha riportato alla mente dei tifosi quella sfida di fine novembre del 2014. Derby sull’1-1 dopo il rigore di Vidal e il pari di Bruno Peres per i granata (gol pazzesco, peraltro): Benassi perde palla, la recupera Morata il quale innesca Vidal che a sua volta libera Pirlo per la conclusione vincente a sorprendere Gillet.

È la storia di un derby vinto al fotofinish grazie, anche e soprattutto, alla qualità degli interpreti: in panchina c’era sempre Massimiliano Allegri che, in quell’occasione, aveva preso la via degli spogliatoi con un sorriso grande così. Ormai il sorriso l’ha perso da un po’ di tempo: la differenza tra avere i Pirlo, i Vidal (ma anche i Morata, i Tevez, il Pogba vecchia maniera) e il materiale umano attualmente a disposizione si vede nella gestione del pallone che scotta, all’ultimo secondo di un derby.

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La posizione della Juve

Rabiot perde un tempo di gioco e l’attimo fuggente per liberare Yildiz al limite dell’area e a quel punto non sa più che fare, se non evitare di perdere il pallone con un innocuo passaggio a Iling Jr. Eppure il francese è stato nella passata stagione e, a tratti, anche in quella attuale uno dei giocatori chiave della nuova versione della Juventus allegriana: sintomo di un cambio di prospettiva che in dieci anni ha portato il club bianconero a dover ricostruire un ciclo con presupposti differenti.

Però pur sempre di Juventus si tratta e alla Juventus viene chiesto di vincere, a qualsiasi livello: adesso la dirigenza, ovvero il dt Giuntoli, dovrà valutare se ripartire proprio da Rabiot o no, confermandolo come uno dei top della rosa anche in quanto a emolumenti, magari accontentando il giocatore con un ulteriore rialzo dello stipendio, oppure puntare sui volti nuovi.

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Rabiot-Allegri, destini intrecciati

Quel che è certo, in ogni caso, è che il francese non porterà soldi nelle casse bianconere: il contratto in essere si estinguerà tra poco più di due mesi, quando Rabiot sarà impegnato con la Francia all’Europeo. E se fino a qualche tempo fa il rinnovo pareva un obiettivo prioritario per la Juventus, adesso qualcosa è cambiato. Anche perché la situazione del francese, lo ha lasciato intendere anche lo stesso giocatore con una frase sibillina nel post derby, si intreccia inevitabilmente con il destino di Allegri, senza dubbio il principale sponsor dell’ex Psg a Torino.

È ovvio che la permanenza del tecnico sulla panchina aumenterebbe la percentuale di permanenza del centrocampista, per quanto non sia l’unico fattore: la conquista di un posto in Champions è la priorità, così come fondamentale è per il francese capire quali siano i progetti bianconeri per il futuro, oltre - ovvio - la proposta economica.

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La verità a ridosso dell'Europeo

Ma un cambio di rotta sull’allenatore potrebbe accelerare il processo di separazione, per quanto si sia detto e scritto che il rapporto tra Rabiot e Thiago Motta, uno dei candidati a una eventuale successione estiva, sia buono considerati i trascorsi da compagni di squadra a Parigi. Ma un conto è andare d’accordo da giocatori, un altro ritrovarsi in un contesto diverso.

E la dirigenza potrebbe decidere, in caso di nuovo corso, di velocizzare il processo di transizione, puntando su altri interpreti anche nell’intento di introdurre un differente assetto tattico. Ormai il conto alla rovescia è cominciato: probabilmente la verità verrà fuori a ridosso dell’Europeo.

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TORINO - In un anno circa, mese più o mese meno, quanto è cambiato il derby di Torino, almeno per la Juventus. L’azione in pieno recupero non concretizzata da Rabiot ha riportato alla mente dei tifosi quella sfida di fine novembre del 2014. Derby sull’1-1 dopo il rigore di Vidal e il pari di Bruno Peres per i granata (gol pazzesco, peraltro): Benassi perde palla, la recupera Morata il quale innesca Vidal che a sua volta libera Pirlo per la conclusione vincente a sorprendere Gillet.

È la storia di un derby vinto al fotofinish grazie, anche e soprattutto, alla qualità degli interpreti: in panchina c’era sempre Massimiliano Allegri che, in quell’occasione, aveva preso la via degli spogliatoi con un sorriso grande così. Ormai il sorriso l’ha perso da un po’ di tempo: la differenza tra avere i Pirlo, i Vidal (ma anche i Morata, i Tevez, il Pogba vecchia maniera) e il materiale umano attualmente a disposizione si vede nella gestione del pallone che scotta, all’ultimo secondo di un derby.

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