Capello sulla finale di Champions: "L'Inter può dare fastidio al City"

Don Fabio ritiene che possa essere una sfida equilibrata quella del 10 giugno all'Atatürk di Istanbul. Ecco poi cosa ha detto su Ancelotti

Il campo ha emesso il suo verdetto: sono Manchester City e Inter le due finaliste di Champions League. Citizens e nerazzurri si contenderanno la Coppa dalle Grandi Orecchie il prossimo 10 giugno allo stadio Atatürk di Istanbul. In tanti ritengono che i favori del pronostico siano dalla parte degli uomini di Guardiola, capaci di estromettere dalla competizione prima il Bayern Monaco (netto 3-0 in Inghilterra e 1-1 al ritorno in Germania) ai quarti e poi i campioni in carica del Real Madrid (dopo l'1-1 del primo round al Bernabeu clamoroso 4-0 per i britannici all'Eithad). Non è dello stesso avviso Fabio Capello che, dagli studi di Sky, ha detto la propria sulla prossima finale di Champions League.

Fabio Capello sulla finale Champions tra Manchester City e Inter

L'ex tecnico di Milan, Juventus e Real Madrid, tra le altre, ha commentato: "Credo che per il City l'Inter sia un avversario difficile da affrontare. Io la vedo sotto questo aspetto. È un'Inter fisica, tecnica, che ha voglia, è determinata, come abbiamo visto in queste due semifinali contro il Milan, e può creare dei problemi al City. Io la vedo equilibrata. Mi sembra che l'Inter possa avere qualcosa che può dar fastidio al City, perché ha qualità, un centrocampo dinamico: è questo che è mancato stasera al Real Madrid. L'Inter quando va a pressare e riparte credo possa creare dei problemi"

Capello sul Ancelotti al Brasile

L'ex allenatore friulano, poi, si è soffermato a parlare anche di Ancelotti e della possibilità di diventare il nuovo Ct del Brasile: "Credo possa essere un'opportunità importante. Soprattutto quando poi gli viene offerta una squadra dall'enorme potenziale con la mentalità e la voglia di vincere. Lo vedo come l'uomo ideale per costruire di nuovo un Brasile vincente e, con la qualità dei giocatori che ha, può anche essere abbastanza facile. È un lavoro diverso, bisogna entrare nella testa dei giocatori e sotto questo aspetto Ancelotti è il professore, il numero uno al mondo".

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