"La cerimonia inaugurale di Milano-Cortina 26 è prevista a San Siro e quindi seguiamo con attenzione la situazione stadio". Così si è espresso Giovanni Malagò, presidente del Coni. "Ieri siamo stati dal sindaco di Milano - racconta Malagò -, dico da tempo c'è solo una possibilità per provare a risolvere questo problema degli stadi da Milano, Roma, Napoli, bisogna vincere la candidatura degli Europei perché così hai la certezza che per una data devi avere stadi pronti su certi parametri e anche San Siro rientra in questi parametri" conclude.
La sconfitta dell'Italia e il lavoro di Mancini
"Mi spiace per il risultato, perché ieri sono andato a salutare i ragazzi della squadra e poi in serata allo stadio, ma so che non si può aver tutto dalla vita". Così Giovanni Malagò, presidente del Coni, a margine del premio Bearzot, organizzato dall'Us Acli con il patrocinio della Figc."Cantiere aperto? Se lo dice Mancini credo che abbia il polso della situazione - ribadisce-. Nella vita tutto è sempre un cantiere poi bisogna vedere se devi cambiare un infisso oppure devi rifare tutta la facciata o l'intero palazzo". Commentando a Napoli il ko della nazionale ieri contro l'Inghilterra: "In genere se una squadra va bene cambi poco e niente, se va meno bene bisogna incidere un po' di più."
Napoli e lo scudetto: oltre il concetto sportivo
"Valore scudetto? È un valore che va molto oltre il concetto sportivo perché vuol dire che c'è spazio per fare delle cose bene, fuori da quelli che sono i contesti dove bisogna necessariamente tirare fuori dei soldi per comprare i giocatori". Così Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha voluto elogiare il lavoro della squadra di Spalletti, proprio a Napoli. "Probabilmente anche tra di voi c'erano tanti scettici a inizio stagione - dice Malagò ai giornalisti - e invece si è dimostrato che con lungimiranza, una presidenza molto capace, un direttore sportivo straordinario, un allenatore che adesso sarà premiato all'unanimità con il premio Bearzot, vuol dire che le cose si possono fare. Bisogna saper vendere, bisogna saper valorizzare, trovare giocatori, magari scoperte, ora tutti parliamo di Kim o Kvara. Se no non ci sarebbero casi all'incontrario, di squadra come il Psg che non hanno avuto risultati sportivi. Questo è anche il bello del calcio" conclude il presidente.
"Pochi attaccanti italiani che giocano, giusto chiamare Retegui"
"Attaccante argentino in Nazionale? Se ne è parlato molto prima della partita è un segnale oggettivo. Credo che chi capisce di calcio si rende perfettamente conto che, ne parlavo ieri con Mancini e con tutto lo staff, se si va a guardare il minutaggio dei centravanti italiani di un certo livello si scopre che fuori da Immobile, che adesso è infortunato, tutto si riduce a molto molto poco". "E allora diventa molto più complicato lavorare e fare una squadra su uno che non gioca neanche nel proprio club - aggiunge Malagò -. Poi Raspadori anche è infortunato, bisogna cucinare il piatto con quello che si ha. Quindi è comprensibile, lo fanno anche le altre nazionali. Quello che è brutto di questa storia è che noi abbiamo dovuto fare di necessità virtù, anche in poco tempo perché poi penso che Retegui, che poi ha fatto anche un bellissimo gol, ha avuto molto poco tempo per ambientarsi per conoscere i giocatori e conoscere è un parolone". Malagò poi incalza: "Diciamo che questa è la realtà del nostro calcio, mi sembra che la Federazione abbia affrontato l'argomento energicamente con il ministro Abodi perché qui è un problema di leggi, di norme, in qualche modo bisogna metterci in condizione di tutelare gli italiani anche in un mercato libero".