Buffon e il mancato (sesto) Mondiale
Buffon ha poi spiegato: "Chiudere il cerchio dopo la sera di Milano? È un cruccio non aver fatto il sesto Mondiale, avrei fatto qualcosa di più unico che raro. Ma la vita è stata così benevola nei miei confronti che mi ha ripagato di quel piccolo dispiacere. Sono cose che un uomo di sport deve saper accettare, a volte ci ripensi ma io credo di essere stato un altruista. Andare a disputare 6 Mondiali forse mi avrebbe fatto stare a disagio, mi piace condividere i traguardi. Chiudere il cerchio dopo la sera di Milano? È un cruccio non aver fatto il sesto Mondiale, avrei fatto qualcosa di più unico che raro. Ma la vita è stata così benevola nei miei confronti che mi ha ripagato di quel piccolo dispiacere. Sono cose che un uomo di sport deve saper accettare, a volte ci ripensi ma io credo di essere stato un altruista. Andare a disputare 6 Mondiali forse mi avrebbe fatto stare a disagio, mi piace condividere i traguardi".
Su Bonucci, Mancini e l'Italia del 2006
Su Bonucci: "Quest'estate ci siamo sentiti, ora devo mandargli un messaggio dopo l'approdo all'Union Berlin. La sua è una scelta ponderata di chi è abituato a lottare e a raggiungere traguardi dandosi da fare. Questo è qualcosa che gli va riconosciuto e l'aspetto bello di un campione di 36 anni che affronta l'ultima sfida con i disagi del caso. Ma la motivazione è talmente alta che gli permette di fare tutto, è quello che prenderei di positivo. Se lo vedo in Nazionale? Non ho nemmeno i titoli per poterlo dire, sono qui da 10 minuti". Sull'addio di Mancini: "La scelta di Mancini? Cosa volete che vi dica, hanno già parlato il presidente e il ct. È una scelta inaspettata alla quale però la Federazione ha dato delle risposte molto celeri e convincenti. Questa è la cosa che più interessa al mondo azzurro". Infine, sull'Italia campione del mondo 2006: "L'Italia che mi ha rappresentato di più? Quella del 2006 era un'Italia solidale, altruista che si sarebbe spera fino alla fine per il compagno in qualsiasi situazione. Anche quella del 2012, quando siamo arrivati secondi all'Europeo, ma anche quella del 2016 con Conte: non fu quella la più bella o la più forte, ma ha saputo emozionare la gente. E anche oggi, come ha detto Spalletti, l'obiettivo è rendere orgoglioso il tifoso di essere rappresentato da questa squadra".