Scommesse, Spalletti entra durissimo: "Calciatori spiati da sciacalli"

Il ct dell'Italia: "Ci sono professioni dove si diventa famosi e ci si fa pubblicità sciacallando sulla notorietà di altri". Messaggio a Corona?

Il ct della Nazionale italiana, Luciano Spalletti, è tornato a parlare del caso scommesse, ai microfoni di Rai Sport, dando alcuni consigli ai giocatori, in queste ore molto delicate per il calcio. "I calciatori devono sapere che sono personaggi famosi e che ci sono altre tipologie e altre professioni dove si diventa altrettanto famosi andando a spiare e osservare i loro comportamenti: sciacallare un po' su quello che loro fanno per avere altra pubblicità" - ha espresso in modo molto diretto l'allenatore, con il pensiero che va ovviamente a Fabrizio Corona e alle sue rivelazioni di questi giorni.

Poi ha proseguito: "Se non ce la fai ad essere una persona di valore, se non ce la fai a resistere a queste tentazioni, perlomeno devi avere l'intelligenza di andare a sfogare queste tue necessità personali in qualcosa che non disturbi la tua professione, la tua possibilità di vivere una vita importante".

Spalletti, le dichiarazioni sul caso scommesse

"Un'altra notte insonne ad amare o a soffrire per il calcio. Questa è stata di sofferenza per l'amarezza di quello che è successo. Ne hanno già parlato Gravina ed Abodi, i discorsi sono quelli...", ha detto Luciano Spalletti a Rai Sport sul caso scommesse, che per ora ha coinvolto Fagioli, Tonali e Zaniolo.

Poi il commissario tecnico ha ribadito: "Ci dispiace per quello che è successo, siamo vicini ai calciatori e lo saremo anche tra qualche giorno quando abbasseranno i fari da cui sono puntati. Poi cercheremo di fare il nostro dovere di persone corrette, perché tutti possono sbagliare e probabilmente tutti abbiamo sbagliato quando eravamo più giovaniC'è da fare effettivamente questa istruzione perché è una tentazione che vedo che nasce in tanti e che porta alla perdizione di tutti i valori. Si diventa probabilmente persone differenti da quelle che dovremmo essere, perdiamo di vista delle cose che diventano fondamentale per un rispetto della vita" - ha concluso il ct azzurro.

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