Palumbo, l'infortunio e la Juve
Il centrocampista classe 2002 ha dovuto superare un problema fisico prima di poter essere a disposizione di Brambilla: "Ora mi sento molto bene, ho recuperato nel migliore modo possibile dall'infortunio e da un po' di partite ormai sto mettendo minuti nelle gambe per raggiungere lo stato di forma ideale per poter giocare con continuità. Voglio dare una mano alla squadra dal momento che abbiamo appena iniziato un periodo molto intenso di partite. Ci sarà bisogno della disponibilità di tutti e voglio garantire il 100% anche io". Poi sul trasferimento alla Juve: "Sono molto felice di essere diventato a tutti gli effetti un giocatore della Juventus dall'inizio di questa stagione. In questi anni, di base, sono stato a Torino, ma sono anche dovuto tornare più volte a Udine, di conseguenza gli spostamenti non sempre sono stati semplici: penso banalmente alla questione dei traslochi. Sono state anche queste, però, tappe che mi hanno responsabilizzato e fatto crescere e ora sono davvero felice di essere ufficialmente bianconero".
Palumbo e l'importanza della Next Gen
In chiusura Palumbo ha parlato dell'importanza del progetto della Juve con la seconda squadra: "Ho sentito le parole di Hans nel post gara di Juve-Inter su quanto la Next Gen abbia avuto un ruolo importante nel suo percorso di crescita che lo ha portato fino in Serie A e non posso fare altro che condividere totalmente il suo pensiero. Prima di tutto ci tengo a complimentarmi con lui per la sua prima partita da titolare, per di più in un match così importante come il Derby d'Italia, poi aggiungo che per dei ragazzi così giovani come noi della Next Gen è altamente formativo giocare in un campionato difficile come la Serie C, con giocatori più grandi e, quindi, più maturi di noi. Spesso ci troviamo a fronteggiare avversari che giocano con più esperienza e furbizia e anche questi dettagli possono fare la differenza nel percorso di crescita di un ragazzo giovane con poche esperienze alle spalle nel professionismo o addirittura proveniente dal settore giovanile. In quest'ultimo caso, poi, si è abituati a confrontarsi con avversari più o meno della stessa età e pressochè con la stessa struttura fisica, di conseguenza il salto di categoria è ancora più difficile. Tra i professionisti queste dinamiche, dunque, cambiano, ma se affrontate nel modo giusto ti permettono di crescere molto".