La soluzione è arrivata con il fuorigioco semiautomatico
Sconcertante, appunto: come è possibile che il sistema di video-arbitraggio non abbia tutti i filmati di tutte le telecamere? Come fanno le trasmissioni televisive ad averle venti minuti dopo la fine e non esserci nella centrale Var? Come fa a essere credibile un Var che interviene e decide senza avere tutte le immagini? Tutte queste domande sono frullate nella testa dei tifosi e degli addetti ai lavori, ma anche di chi deve occuparsi di risolvere tali questioni. Tanto che, a seguito di quell’episodio, si era parlato di Vargogna, con un gioco di parole forse abusato, ma che almeno rende l’idea. Il sistema ha dimostrato di non funzionare, facendo così crollare il muro dell’infallibilità tecnologica che era lo scudo con il quale respingere le critiche: un bug nel Var, una sorta di buco nel controllo ai monitor al quale porre rimedio.
E la soluzione è arrivata con il fuorigioco semiautomatico, novità sperimentata con successo ai Mondiali in Qatar e introdotta a partire dal girone di ritorno nel nostro campionato (e in Supercoppa). Evviva, perché significa che gli errori come quello di Marcenaro e Banti non saranno più possibili. Ma si pone un’altra domanda: è opportuno cambiare in corsa le regole e gli strumenti che servono ad applicarle? Sì, se servono, però manca equità. Perché la Juventus ha perso due punti per un errore che adesso, nel ritorno, non ci sarebbe stato: dunque paga la mancanza della stessa innovazione tecnologica all’andata. Giusto? Di sicuro altrove non sarebbe potuto succedere. Prendiamo il football professionistico Nfl, lì dove peraltro l’Instant Replay, cioè il Var, è stato concepito e creato: regolamenti e novità vengono discusse a marzo nel meeting annuale, durante l’offseason, per la stagione successiva, quella che parte a settembre. Durante il campionato non si cambia per preservare l’equità e la regolarità. Poi se qualcosa non ha funzionato, e spesso capita, si cambia: votano le 32 squadre e si va a maggioranza. Ma l’America è un altro mondo: in Italia dobbiamo accontentarci dei cambiamenti in corso d’opera.