L'Italia non è un Paese per vecchi

Malgrado il drastico calo demografico e la miope esterofilia degli uomini mercato, i giovani forti ci sono e a dimostrarlo sono le nostre Under piene di talenti da crescere
L'Italia non è un Paese per vecchi© EPA

Negli ultimi sette anni, i giocatori italiani in Serie A sono passati dal 45% al 33,7%. In Inghilterra, Francia e Spagna, i giovani selezionabili per la massima rappresentativa nazionale giocano molto di più nei rispettivi club: rispetto alla media del 5,9% di minuti collezionati dai ragazzi cresciuti nei vivai tricolori, si passa all'11,2 % della Premier, al 12,4% della Ligue 1 e al 17,3 % della Liga. Nel nostro massimo campionato brillano soltanto Roma (18%), Atalanta, Torino, Juve e Monza (tutte e quattro fra l'11 e il 15%).

I dati sono stati elaborati dal Cies (Centro Internazionale di Studi Sportivi, Centre International d'Etude du Sport, organizzazione indipendente di ricerca e formazione, con sede a Neuchâtel, in Svizzera). A corredo di questa fotografia, più in generale, a causa del calo demografico si contano 5 milioni in meno di italiani compresi fra i 18 e i 35 anni. Il rilievo è stato formulato a più riprese da Giovanni Malagò, presidente del Coni dal 19 febbraio 2013 e membro a titolo individuale del Cio dal 1° gennaio 2019, già nella storia dello sport italiano per gli straordinari risultati ottenuti che lo stesso ha ottenuto durante la sua gestione: in ordine cronologico, basti citare il medagliere globale 2022, comprendente i risultati ottenuti nelle diverse discipline a livello di Olimpiadi e Paralimpiadi estive e invernali, Mondiali, Europei e manifestazioni equiparate. L'Italia si è piazzata terza con 323 medaglie alle spalle di Usa (437) e Australia (337). Se è vero, com'è vero, che anche nel calcio bisogna volere l'impossibile perché l'impossibile accada (cit.Eraclito), la finale dell'Europeo Under 19 fra la Bella Italia di Bollini e il favorito Portogallo lancia un segnale di speranza e di fiducia nel futuro.

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I talenti italiani ci sono

La certezza è assodata, qualunque sia l'esito del confronto al National Stadium di Ta'Qali, Malta, una rivincita inseguita per cinque anni dagli azzurri, memori della finale 2018 contro gli stessi lusitani, persa per 4-3 (gol decisivo di Pedro Correia al minuto 109 dei supplementari (Italia: Plizzari; Bellanova, Bettella, Zanandrea, Tripaldelli (65' Candela); Frattesi, Tonali (92' Marcucci), Melegoni (59' Capone); Zaniolo; Scamacca, Pinamonti (46' Kean). Ct: Nicolato. Marcatori azzurrii: Kean, Kean, Scamacca). Gli sviluppi delle carriere di alcuni di quei protagonisti sono diventati storie di mercato: come non pensare al neointerista Frattesi, alla neogazza (Magpie) Tonali, al neogranata Bellanova, a Scamacca conteso da Milan e Roma, a Pinamonti, a Kean. La prospettiva si ripropone per i ragazzi di Bollini, come già si era proposta per i ragazzi di Nunziata, neovicecampioni del mondo Under 20, sconfitti dall'Uruguay nell'atto decisivo (ma Casadei è stato proclamato miglior marcatore e miglior giocatore del torneo; Desplanches miglior portiere) e, nonostante la delusione patita in Romania nella fase finale dell'Europeo Under 21, allettante si annuncia anche il futuro di molti giocatori di Nicolato. La verità è semplice e Mancini, Nicolato, Nunziata, Bollini l'hanno ripetuto a ogni piè sospinto: nonostante la forsennata esterofilia di molti club e il calo demografico denunciato da Malagò, i giovani italiani di talento ci sono. Eccome. Non foss'altro perché, stasera. una Nazionale tricolore disputa la seconda finale stagionale, in palio stavolta il titolo europeo di categoria. Il guaio è che, salvo rare eccezioni, troppi allenatori del massimo campionato, adeguandosi alle strategie delle rispettive società non hanno il coraggio di andare controcorrente, di imitare i colleghi degli altri Paesi dove, come dice De Zerbi, non è mai una questione di età: "Se un ragazzo, anche giovanissimo, è bravo e ha i numeri per giocare in prima squadra, gioca in prima squadra".

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Italia, l'avvenire in pugno

Ringraziando De Zerbi, splendido ambasciatore a Brighton della scuola tecnica italiana in Premier e, noblesse oblige, applaudendo calorosamente l'Under 19, ecco alcuni predestinati a un grande avvenire. Renderlo tale, dipenderà prima di tutto da loro, con l'auspicio che anziché guardare e spendere o spandere oltre confine, gli operatori di mercato guariscano dalla miopia tricolore che spesso li affligge. Alcuni si sono già emendati, tuttavia sono ancora pochi. Portieri: Davide Mastrantonio, 19 anni, scuola Roma, la sua crescita è continua, bagaglio tecnico molto interessante. Difensori: Iacopo Regonesi, 19 anni, figlio d'arte (papà Pierre, difensore anche lui, è salito alla ribalta con l'Atalanta nel cui settore giovanile è cresciuto, come il figlio gioiello della Primavera). Lorenzo (4 aprile 2004) e Alessandro Dellavalle (11 maggio 2004), cugini per nascita e per derby: il primo gioca nella Juve e il secondo nel Toro. Tutti e due sono difensori centrali. Michael Kayode, 19 anni, sette dei quali nel settore giovanile della Juve, titolare in D con il Gozzano a 16 anni, luce degli occhi di Rocco Commisso, essendo uno dei talenti più pregiati della Primavera viola. Segni particolari: una scheggia. Centrocampisti: Cher Ndour, 19 anni, scuola Atalanta, un'esperienza al Benfica dove ha vinto la Youth League, neoacquisto del Psg, già indicato come il nuovo Pogba. Alle dipendenze di Luis Enrique, sfonderà. Centrocampisti. Luca Lipani, 18 anni, genovese e genoano purosangue (è entrato nel vivaio quando aveva soltanto otto anni), è il Grifone che ha affondato la Spagna in semifinale, segnando il gol del 3-2 a cinque minuti dalla fine. Valorizzato da Gilardino nel trionfale campionato che ha segnato l'immediato ritorno in A dei rossoblù. Vicecampione del mondo Under 20, aspirante campione europeo Under 19. Giacomo Faticanti, 19 anni, già una vita da mediano, capitano della Roma Primavera, vicecampione del mondo Under 20, aspirante campione europeo Under 19, leader naturale di ogni formazione giovanile della miniera d'oro Trigoria. Niccolò Pisilli, 18 anni, un altro dei Bambini d'oro di Mourinho. Nella Primavera della Roma studia da Matic, che considera il modello da imitare. Vicecampione del mondo Under 20, aspirante campione europeo Under 19. Attaccanti: Luis Hasa, 19 anni, vero jolly di Bollini che l'ha schierato sia all'ala sia come mezzala. Segni particolari: salta l'uomo. Ha messo piede per la prima volta a Vinovo quando aveva sette anni: la Juve Next Gen conta su di lui, E non solo la Next Gen: per referenze whatsappare Giuntoli. Francesco Pio Esposito, 19 anni, il più giovane dei tre fratelli calciatori, anche lui vicecampione del mondo Under 20 e aspirante campione europeo Under 19, un gigante alto 1 metro e 93, punto di riferimento assoluto del reparto offensivo di Bollini. Samuele Vignato, 19 anni, fratello di Emanuel, 22 anni, giocatore del Bologna. Samuele sta al Monza come Kayode sta alla Fiorentina. Galliani, che ha la vista molto lunga, quando l'ha portato in Brianza, ha sbottato: "Abbiamo preso il miglior 2004 d'Italia". E Samuele, di rimando: "Come potevo dire no a Galliani?". Quando si dice fare la scelta giusta.

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