La reazione sbigottita dei tifosi dell'Inter di fronte alle rare ma inevitabili obiezioni sul tema “seconda stella” ha un’origine ben precisa, che tende a rendermi solidale con il loro sgomento: il modo sciatto e superficiale, fazioso e parziale, con cui è stata raccontata Calciopoli dai nostri mezzi di informazione. Se ti è stato spiegato che il tuo vestito è lo smoking bianco, che davvero eri vittima di angherie da parte di quei malfattori di Juve e Milan e che le telefonate dei tuoi dirigenti erano fatte solo per difendervi dal male, perché dovresti porti delle domande? Siamo o non siamo, d’altronde, nel paese in cui si alimentano anni di polemiche per il numero di scudetti scritto all’interno di uno stadio privato ma nessuno dice una parola se sull’albo d’oro ufficiale resiste a diciotto anni di distanza un grottesco scudetto a tavolino?
Non è ovviamente questo del 2024 il titolo di cui si dibatte: i nerazzurri, al di là delle polemiche sul presidente sparito, i conti complicati e qualche episodio arbitrale, sono stati più forti dall’inizio alla fine e, come da nostra tradizione, ai nostri occhi ogni successo altrui sul campo è legittimo e meritato. Sta a noi lavorare per migliorare e ridurre, possibilmente annullare, il gap, tornando a lottare per il titolo dopo troppi anni di digiuno. Si potrebbe al più sorridere del fatto che le stagioni della Juve terminate con scudetti(ni), Coppa Italia e finale di Champions fossero oggetto di svilimento mentre questo campionato interista con il cammino nelle coppe finito già agli ottavi venga celebrato come una cavalcata inarrestabile di una splendida armata, ma questo fa parte del modo in cui viene raccontato il calcio da queste parti e ci interessa il giusto.