Pagina 2 | “Oh mister, fatti una chi…..”: Matri e Allegri, quello che non hai mai saputo

Alessandro Matri non è certo uno che ha bisogno di presentazioni. In Serie A ha sempre segnato diversi gol e ha giocato anche per grandi squadra come il Milan, dove è cresciuto nel settore giovanile, e soprattutto alla Juventus. Nel podcast Supernova di Alessandro Cattelan, l'ex attaccante oggi anche opinionista su Dazn, si è raccontato a 360° con diverse curiosità e aneddoti nella sua fase da calciatore. Gli allenamenti con Conte, l'esultanza rivolta ad Allegri e ancora il rimpianto della finale di Champions a Berlino contro il Barcellona.

Matri, i gol segnati e San Siro

Da ex attaccante la prima domanda per Matri è stata sul fatto se si ricordasse di tutti i gol segnati: "Me li ricordo tutti. Poi ci sono certe partite che sogni da quando sei bambino. Mi viene in mente Juve-Inter o Juve Milan, guardavo Sky dal pomeriggio per capire se giocavo, a volte i giornalisti sapevano le formazioni prima di noi... ma oltre a questo, quando segni in gare importanti è più bello".

E sui gol dell'ex: "Io ho sempre esultato, tranne la prima volta con la Juve contro il Cagliari, perché era dopo quattro giorni dal trasferimento. I tifosi mi hanno insultato anche a fine gara. Ma io comunque l'addio al Cagliari per andare a Torino non lo vedevo come un tradimento, ma è stato uno step per migliorarsi con l'ambizione di chi voleva arrivare a giocare in una grande squadra". Per gli insulti: "Dal campo si sentivano bene. San Siro, ai tempi del Milan, l'ho vissuto proprio male. Gli insulti, o quando le cose vanno male, li senti tutti".

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Serie A

Il sergente Conte e l'aneddoto su Vidal

Alessandro Matri ha proseguito raccontando anche del suo periodo con Conte: "Sul campo è un fenomeno. È uno degli allenatori che prepara le partite su giocate memorizzate. Fisicamente ti ammazza e anche nel gioco ti semplifica molto. I ritiri peggiori li ho fatti con lui a livello fisico. L'errore sono state le tournee in America, in tre o in quattro la prima volta abbiamo rischiato di lasciarci le penne (ride ndr). Subito dopo il volo ci ha fatto fare una sgambata e ci ha distrutto. Durante un allenamento avevo i battiti a 207 e non ce la facevo più dalla stanchezza. Conte viene da me e dice: 'Ale mi avevano detto che avevi i cog***ni'. Mi ha fatto fermare facendomi sentire anche in colpa (ride ndr)".

Poi l'aneddoto su Vidal: "Aspetta, apro il libro per capire le cose che si possono dire (ride ndr). Lo sento ancora, è un ragazzo simpaticissimo. In una serata in America Conte ci lascia liberi. Andiamo a cena e all'una di notte dovevamo rientrare. Ma poi il Chiello disse: 'Ragazzi ho incontrato il mister e mi ha detto che possiamo restare fuori'. La serata va a finire, poi allenamento la mattina e mancava Arturo... Conte ci ha fatto una cazziata in spogliatoio e voleva distruggerci sul campo con la corsa. Vidal il più attivo, correva come un soldatino cileno, davanti a tutti". Mentre per il giocatore più forte con cui ha giocato non ha dubbi: "Metto Pirlo. Con Andrea eravamo anche compagni di stanza. Abbiamo un bel rapporto"

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Serie A

Il rapporto con Allegri e l'esultanza ai tempi di Cagliari

Diverse le esperienze in Serie A per Matri, tra cui quella al Cagliari sempre con Allegri in panchina: "È stato senza dubbio il mio padre calcistico. Quello a cui sono più legato. L'ho avuto in tre squadre: Cagliari, Juve e Milan. Mi dispiaceva per la sua situazione con la Juventus l'anno scorso, per le critiche. Un po' come è stato trattato De Rossi a Roma, con cui ho un bel legame. Per me non è giusto criticare gli allenatori, non è un mestiere facile perché devi mettere d'accordo 30 persone... poi si sta togliendo troppo la responsabilità dei giocatori. È un professionista, dico in generale, che vuole migliorarsi, a volte ci riesce e altre no". Poi ha spiegato l'idea della sua iconica esultanza: "È venuta con un mio amico, Lazzari, il primo anno con Allegri. Ci faceva giocare 20 minuti e quando perdevamo se la prendeva sempre e solo con noi due. Poi durante la settimana rideva soltanto con me e lui. Un giorno gli abbiamo detto: 'Oh mister, fatti una chia***a!'. Un po' per dire mollacci, giochiamo poco ed è sempre colpa nostra. Da lì è partita e alla gente piaceva".

A chiudere, Matri, ha parlato di un suo rimpianto: "Finale di Champions? Non ho mai giocato ed è un grosso rimpianto per me. Non gli ho mai chiesto ad Allegri perché non mi avesse fatto giocare. Dopo la finale di Coppa Italia, vinta con un mio gol, era partito il toto tribuna. Perché ancora si andava in panchina in 18 e quindi qualcuno doveva andare fuori. Mi giocavo il posto con Morata, Tevez, tra l'atro lui campione e leader con cui ho avuto sempre un gran bel rapporto. Poi c'era Coman e Llorente andava sicuro in panchina. Il giorno prima della finale mi sono allenato benissimo, sembravo Ibrahimovic. Ricordo tre gol e Allegri mi disse: 'Oh Ale, stai bene eh?'. Quindi pensavo almeno in panchina di andare. Poi io rompevo sempre le scatole a Landucci e non sapeva come dirmelo. Alla fine siamo andati in tribuna io e Pepe".

WHATSAPP TUTTOSPORT: clicca qui e iscriviti ora al nuovo canale, resta aggiornato LIVE

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Serie A

Il sergente Conte e l'aneddoto su Vidal

Alessandro Matri ha proseguito raccontando anche del suo periodo con Conte: "Sul campo è un fenomeno. È uno degli allenatori che prepara le partite su giocate memorizzate. Fisicamente ti ammazza e anche nel gioco ti semplifica molto. I ritiri peggiori li ho fatti con lui a livello fisico. L'errore sono state le tournee in America, in tre o in quattro la prima volta abbiamo rischiato di lasciarci le penne (ride ndr). Subito dopo il volo ci ha fatto fare una sgambata e ci ha distrutto. Durante un allenamento avevo i battiti a 207 e non ce la facevo più dalla stanchezza. Conte viene da me e dice: 'Ale mi avevano detto che avevi i cog***ni'. Mi ha fatto fermare facendomi sentire anche in colpa (ride ndr)".

Poi l'aneddoto su Vidal: "Aspetta, apro il libro per capire le cose che si possono dire (ride ndr). Lo sento ancora, è un ragazzo simpaticissimo. In una serata in America Conte ci lascia liberi. Andiamo a cena e all'una di notte dovevamo rientrare. Ma poi il Chiello disse: 'Ragazzi ho incontrato il mister e mi ha detto che possiamo restare fuori'. La serata va a finire, poi allenamento la mattina e mancava Arturo... Conte ci ha fatto una cazziata in spogliatoio e voleva distruggerci sul campo con la corsa. Vidal il più attivo, correva come un soldatino cileno, davanti a tutti". Mentre per il giocatore più forte con cui ha giocato non ha dubbi: "Metto Pirlo. Con Andrea eravamo anche compagni di stanza. Abbiamo un bel rapporto"

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Serie A