L’Empoli ha puntato sul tridente più giovane della Serie A per cercare di raggiungere un traguardo storico: quello della salvezza. Mai, infatti, i toscani hanno centrato la permanenza nelle massima serie per 3 anni di fila. Maledizione da sfatare, visto che gli azzurri non sono riusciti in nessuna occasione a disputare il quarto anno consecutivo in A. Un tabù puntualmente fatale al club del presidente Corsi, che negli ultimi trent’anni ha lanciato una miriade di talenti e di allenatori. Da Montella a Di Natale passando per Spalletti e Sarri fino a Bennacer e Di Lorenzo. La gioielleria empolese è bella ricca e ora sta mettendo in vetrina un trio d’attacco Under 21. A comporlo un prodotto del prolifico settore giovanile toscano, un talento prelevato in prestito da una big e un gioiellino pescato nelle categorie inferiori.
Il coraggio di Andreazzoli
Il marchio di fabbrica della dirigenza azzurra che cura con attenzione lo sviluppo del proprio vivaio, ma vanta pure rapporti eccellenti con le big, mantenendo sempre un occhio di riguardo per ciò che accade in B e C. Et voilà, il nuovo attacco empolese è servito. A crederci “Nonno Aurelio”, come è stato ribattezzato sui social l’allenatore Andreazzoli, che con i suoi 69 anni è il tecnico più anziano del campionato. Almeno per la carta d’identità, perché per filosofia e idee di calcio l’ex vice di Spalletti resta un ragazzino. Come testimonia il coraggio di osare nel momento più delicato della stagione (la squadra era ultima in classifica con 0 punti e 0 gol segnati nelle prime 5 giornate) su un tridente dall’età media di 20 anni e 3 mesi. Una scelta rivelatasi vincente contro la Salernitana, battuta 1-0 grazie al gol di Tommaso Baldanzi su assist di Matteo Cancellieri. Con pure Stiven Shpendi a segno ma in fuorigioco. Questione di centimetri. Quelli che mancherebbero secondo i sofisti al trequartista classe 2003.