Il caso della Curva dell'Inter (e del Milan) è stato dettagliatamente affrontato nel corso del nuovo programma di Rai 3 'Lo stato delle cose', condotto da Massimo Giletti. Il giornalista, prima di presentare i suoi ospiti, ovvero i colleghi Selvaggia Lucarelli e Federico Ruffo, fa subito il sunto della questione: "Tutte le carte sono arrivate alla commissione antimafia di Milano. Omertà? Paura? C’è una chiave di lettura: si chiama ‘Ndrangheta. C’è una frase che fa capire la gravità della storia. La moglie di un uomo che non c’è più, Vittorio Boiocchi. La signora Giovanna alla domanda 'Sa chi ha ucciso suo marito?', Risponde 'Io lo so da due anni, volevo solo dirglielo e io le do l’esclusiva una volta che sui giornali viene fuori il nome, sì, ma non adesso'".
Giletti prosegue: "Lo so da due anni non è una frase da poco, vuol dire che se lo sa lei lo sapevano in tanti. Questa donna deve avere giustizia: tra 15 giorni saranno trascorsi due anni da quando ha perso suo marito, forse qualcuno le dovrà dare una risposta. Ma riavvolgiamo i nastri. I due protagonisti della storia recente: Antonio Bellocco, detto U Nanu, arriva dalla Calabria, proveniente da una potente cosca. Sua madre e suo padre son stati al 41 bis, sua mamma c’è ancora. Bellocco vuole conquistare la curva dell’Inter, perché la ‘Ndrangheta vuole entrarci. Ma c’è un secondo protagonista, Andrea Beretta, l’uomo che ha ucciso Bellocco. Uomo noto, capo degli ultras. Andavano tutto sommato d’amore e d’accordo prima, volevano gestire la curva. La GdF, prima del fatto drammatico, aveva ascoltato questo audio: è proprio Beretta ad introdurre Bellocco nella curva perché voleva avere il potere della ‘Ndrangheta per unire tutti sotto di lui".
L'omicidio Bellocco e il clima criminale
"C'è un'intercettazione del 16 novembre 2022. Gli uomini della mobile stavano ascoltando. E ascoltavano bene: “Vieni dentro, faremo un macello: domineremo la curva”. Questo era il vero obiettivo. Ma dobbiamo andare avanti nel racconto, vi voglio far ascoltare cose drammatiche ma che ci fanno capire cosa c’è dietro. Il 4 settembre Bellocco e Beretta hanno appuntamento alla palestra Testudo, a Cernusco sul Naviglio. Bellocco arriva, esce dalla macchina, la lascia lì perché tra pochi minuti sa che Beretta lo raggiunge. I due si abbracciano, si baciano, sono amici: nulla lascia trasparire quel che succederà a breve. I due escono ed entrano in macchina, hanno un appuntamento: devono andare alla comunità di don Mazzi. Tutto sembra tranquillo, si erano abbracciati nella palestra. Ma poi la smart va in retromarcia, si apre la portiera di destra di Bellocco, inizia la colluttazione. Nella palestra sentono il trambusto, e infatti alcuni escono. La macchina va a sbattere, e probabilmente Bellocco è già stato ucciso con una coltellata. Beretta si è buttato fuori dall’auto, ed è già colpito da un colpo di pistola, con Bellocco che era riuscito a colpirlo con la sua stessa pistola. Solo un colpo, il caricatore cadrà a terra, e Andrea Beretta ucciderà a coltellate Bellocco. Non contento, rientra dentro la Smart e continua a colpire selvaggiamente col coltello Bellocco. Cercano di fermarlo in tutti i modi, ma non ce la fanno: Beretta è enorme e fuori di sé. Solo ad un certo punto, dopo aver devastato il corpo di Bellocco con 21 coltellate, esce dall’auto".
Interviene Selvaggia Lucarelli: "Non è così sotterranea questa situazione, da persona che vive a Milano da 10 anni. Ci sono chiusure continue di società, di imprese, ristoranti, locali perché sequestrati alla Mafia, alla Camorra ma soprattutto alla ‘Ndrangheta. Solo quest’anno sequestrate alla ‘Ndrangheta 140 imprese a Milano e 5000 imprese sono in odore di infiltrazione. Io sono andata allo stadio una volta, andai a vedere l’Inter 3 anni fa e non ci sono mai più tornata: ho visto un livello di violenza che mi ha fatto passare la voglia. Sembrava, come dicevi, andassero tutti d’amore e d’accordo nella curva, ma leggendo alcune intercettazioni emerge quanto avessero paura dell’altro. C’era un ‘amore’ di facciata. Beretta? Chi uccide prima l’altro si salva. C’è un intercettazione di Ferdico, braccio destro di Bellocco, lui a un certo punto dice una cosa esplicita ad un tifoso 'Con Bellocco siamo amici, ma mi dice «Eh, sai, tu devi fare in modo di non tradirmi, altrimenti sono costretto ad ammazzarti» e questa cosa non mi piace'. Tutti avevano paura dell’altro, il clima era criminale".
A questo punto viene mandata in onda l'intervista ad un tifoso Inter, ascoltato anonimamente: "Il discorso è che la curva è fatta di persone, e se le persone che gestiscono la curva devono rispondere a persone ancora sopra di loro, è chiaro che sono un organo di controllo per un sacco di situazioni che si sviluppano nella città e fuori: concerti, artisti… Tutti personaggi influenti, dal mondo dei più giovani a salire. Vuol dire avere il controllo totale su Milano. Dopo il Covid è cambiato qualcosa: si è rivisto in curva Boiocchi, poi è successo quel che è successo. Da lì sono iniziate a transitare figure nuove, c’era Bellocco che non era uno dei nostri ma è arrivato in quel periodo, e da lì si è capito che c’erano dei legami con persone che erano già all’interno della curva e che stava cambiando qualcosa. Se ho paura di dire la parola ‘Ndrangheta? Si, perché si percepisce che c’è qualcosa di diverso, di forte, un potere che non si era mai visto neanche nel nostro ambiente. Noi facciamo i tifosi, siamo tifosi, non facciamo i soldi sugli altri, anzi ce li mettiamo. San Siro ha bacino di utenza di 70.000 persone: che l’evento sia il concerto o la partita di calcio è uguale. I numeri son quelli: biglietti, posteggi, 1500-2000 macchine e 30 euro a vettura, bibite, cibo. Quello è l’indotto, il guadagno, poi capisci che la partita è uno strumento per avere per quel guadagno, si parla anche dei concerti. I personaggi sono gli stessi agli eventi. Ora si parla anche degli artisti e tutto, però i personaggi son quelli e i soldi son quelli, e la torta è quella".