Gli 'affari' tra biglietti e parcheggi, la politica e la Milano da temere
Si torna all'omicidio Bellocco. Giletti racconta: "Bellocco è di fronte casa sua alle 14.06, ma la squadra mobile racconta che è nervoso, va su e giù, come aspettasse qualcuno di importante. E questo qualcuno arriva, un po’ dopo, ed è Andrea Beretta, venti minuti in ritardo rispetto al dovuto. Arriva da solo, evidente non sa cosa può succedere, o magari l’ha intuito. Non si incontrano nell’alloggio di Bellocco, vanno nel garage, forse per maggior sicurezza. In questo garage, e lo scopriamo quando escono, non sono soli. Dalla Calabria erano arrivati Domenico Sità e Paolillo Salvatore, uomini molto importanti perché legati ad alcune delle ndrine più pericolose calabresi. Daniel D’Alessandro era il palo, per controllare se succedesse qualcosa. Circa 45 minuti nel garage, e il succo del discorso, fatto a muso duro, era che Beretta doveva sparire dalla curva. Il messaggio era ‘Boiocchi è stato eliminato, tu sei in vita, fai un passo indietro’. Bellocco aveva deciso di eliminare Beretta, ma la storia va all’opposto. Beretta ammazza Bellocco". Sull'omicidio Boiocchi Giletti sottolinea: "Si pensa possa essere stato Beretta, ma non c'è certezza su questa cosa, dobbiamo stare attenti. Tesi più accreditata? Non ci sono prove, anche se le dinamiche lo fanno pensare, è una possibile lettura. Come sempre sono i soldi che girano attorno al sistema. Quando chiamano l'allenatore dell'Inter Simone Inzaghi chiedendogli ulteriori 200 biglietti oltre ai 1500 avuti, Inzaghi li rimanda all'amministrazione. Alla fine i tagliandi diventono 1700, facendo due conti, 400-500 euro a biglietto, diventa una cifra di 6-700.000 euro, e solo per una partita".
Poi Selvaggia Lucarelli aggiunge: "Al di la dei biglietti, ci stavano anche gli ingressi illegali, pagando i leader della Curva, non erano nenche contabilizzati". Giletti chiede: "Il Comune dovrebbe dare delle risposte su come sono stati gestiti i parcheggi non solo durante le partite, ma anche durante i concerti". Un capo ultras parla della vicenda: "Non c'è nessun politico che abbia speso una parola o il sindaco. Oggi nessuno sa niente e mi sembra una cosa assurda, anche che si venga a parlare della Curva come il male del mondo. Da dopo il Covid si è percepito un cambio riguardo i biglietti e i parcheggi. Quest'ultimi non erano più a pagamento". A tal proposito il presentatore ricorda che Palmeri, il gestore dei parcheggi, è indagato: "Ma è possibile che la politica che ha in mano quello stadio non sapesse nulla". Poi mostra un documento in cui si certifica un rapporto di Inter e Milan: "I due club ogni anno devono dare 10 milioni di euro al comune per lo stadio. Questi soldi, questa gestione dei parcheggi, vanno a finire in mani molto strane".
Federico Ruffo spiega: "Prima di tutto doveva esserci conflitto di interessi, non puoi gestire una società che con l'amministrazione fa affare e poi fare politica. Solo la Curva fa 25-30mila persone a domenica e sono altrettanti voti. Con tutti questi voti si va a Bruxelles. Ricordo Renata Polverini in curva con la Lazio, con Zarate beccato tra i tifosi a fare saluti romani. E lei era lì per i voti. E allo stesso modo vale per Milano. E ora è un momento complicato perché le multinazionali che controllano Inter e Milan vogliono due stadi di proprietà. Se non sei riuscito a gestire uno stadio che è tua gestione diretta, come fai a fare gli appalti per altri due impianti".
Poi l'attenzione si sposta su Gherardo Zaccagni, che si occupa della gestione di uno dei parcheggi esterni. E in grafica viene mostrato lo scambio di battute tra lui e un socio che è un personaggio legato alla Ndrangheta: "Caspita, volevo darteli tutti, ma non riesco neanche questa volta" - dice Zaccagni. Il socio risponde: "Ma il resto magari risolviamo in un'altra maniera, con un bel prestitone formale". A cui replica in questo modo: "Certo è la cosa migliore del mondo, noi adesso dobbiamo cercare di portare a...adesso io a Manfedi gli ho comprato già il quadro. Sono 10.000 di quadro!". Giletti poi spiega: "Manfredi Palmeri è il consigliere comunale che ha avuto un quadro di un tale artista cinese Bolin, che rappresenta il Duomo con un volto di un uomo gigantesco. E la cosa che mi incuriosisce è che gli uomini che hanno fatto il pedinamento hanno visto proprio il quadro che viene portato a mano a Palmeri".
Ruffo poi spiega: "Ci sta una commissione antimafia che prova a capirne qualcosa in modo timido e la conclusione del Procuratore è che i dirigenti delle società in qualche modo hanno fuorviato le indagini". La Lucarelli aggiunge: "Poi è sempre un problema di subappalto e quello spazio finisce nelle mani della Ndrangheta e per questo cadono sempre dalle nuvole. E questo non succede solo allo stadio. Pochi mesi fa sono andata al nuovo mercato d'Isola, ci voglio tornare e lo trovo chiuso e il motivo è per infiltrazioni della Ndrangheta e questo è stato chiesto a Sala".
Giletti poi ritorna sulla questione del quadro per avere delle risposte e ha detto: "Nessuno del Comune ci ha mai risposto. Io sono disposto a parlare con tutti. E per questo siamo andati di persona all'inaugurazione della nuova metro". A questo punto viene mandato in onda un video in cui si vede la giornalista respinta più volte nel tentativo di fare qualche domanda.